«Il missionario digitale accoglie la sfida di una comunicazione del Vangelo che si diffonde veloce, che spesso rimane superficiale e a rischio continuo di fraintendimento, ma è capace di arrivare a tantissime persone e aiuta nel creare legami», (Facebook, 11 luglio). «Faccio parte di questa esperienza bella e stimolante che mette insieme tanti di coloro che in Italia in un modo o nell'altro, sui diversi canali social media, parlano di Vangelo, di fede e di vita della Chiesa» (Facebook, 6 luglio).
Non poteva essere più esplicito don Giovanni Berti nel riconoscersi missionario digitale e nel sintetizzare come intende tale servizio ecclesiale. L’ha fatto quale membro del gruppo italiano de “La Iglesia te Escucha” che, alla 50° Settimana sociale dei cattolici italiani (Trieste, 3-7 luglio 2024), aveva il compito di «incrociare le storie che lì si raccontavano e diffonderle nel continente digitale», come ha scritto sul suo sito il WeCa. Ma già il 10-11 maggio si era seduto con entusiasmo al “tavolo dei social” nel corso dell’edizione 2024 del World Meeting on Human Fraternity, organizzato a Roma dalla Fondazione Fratelli tutti.
Giovanni Berti è nato a Bussolengo (Verona) 57 anni fa, è prete dal 1993 e attualmente è parroco a Moniga del Garga (diocesi di Verona, provincia di Brescia). Il suo sito www.gioba.it, l’account personale su Facebook (21mila follower) e il gruppo pubblico “Gioba.it sorrisi e pensieri evangelici” (oltre 2mila membri) sono nati tra il 2007 e il 2011. Su Instagram è di poco successivo l’account gioba67, mentre giobacomix, che rispecchia l’account di Facebook, è aperto solo dal 2019 (lo seguono in 7400).
Dunque la sua frequentazione della Rete è di antica data, così come antica, e non specifica dell’ambiente digitale, è la chiave umoristica attraverso la quale affronta cose serie come i temi religiosi. Giovanni Berti infatti, in arte Gioba, è un vignettista. Come tale ha partecipato all’incontro di papa Francesco con gli umoristi, svoltosi lo scorso 14 giugno; tra il 2019 e il 2021 ha anche dato alle stampe presso Ancora tre raccolte di tavole, ben curate da Lorenzo Galliani. Libero come un artista non può non essere e prolifico come chi è abituato sin dal liceo a sorridere e far sorridere chi gli sta intorno con una matita (oggi digitale), quando ne sente il bisogno interviene pure su questioni dell’attualità ecclesiale e anche sociale, sempre mettendosi dalla parte degli ultimi.
Ma il suo appuntamento principale è con il Vangelo della domenica: una vignetta ritrae, abbastanza impietosamente ma con effetto assolutamente comico, i mille modi in cui il credente contemporaneo riduce alla propria umana misura la parola esigente del Signore; segue un commento alle letture liturgiche ampio e del tutto “serio”. Il suo disegno è semplice ed efficace: memorabili i ritratti di Dio Padre, con barba bianca e triangolo “trinitario” sul capo; degli angioletti con i quali spesso lo fa dialogare; di un Gesù dall’espressione disarmata o sconsolata di fronte ad apostoli e discepoli di dura cervice o tutti presi da pensieri profani. Come, spesso, ciascuno di noi durante la messa.