Tre donne tedesche connettono gli influencer cattolici
mercoledì 14 agosto 2024

In Germania la missione digitale ha un punto di riferimento nell’account Instagram Cross Connected, scritto con la “t” che richiama una croce, mentre il motto è: «Le nostre voci per la Sua gloria». La sua recentissima fondazione (ottobre 2022) si deve a tre giovani donne: Tini Brüning, Samantha Gaiki e Julia Kiefer.

Di quest’ultima la Rete racconta pochissimo: a suo nome ho trovato solo un account Instagram, privato, e un profilo Facebook che ai non amici dice solo che ha studiato all’Università Johannes Gutenberg di Mainz; qui compare il suo nome tra i recenti diplomati del master in Educazione religiosa cattolica.

Tini Brüning, Samantha Gaiki e Julia Kiefer

Tini Brüning, Samantha Gaiki e Julia Kiefer - .

Più presente Samantha Gaicki, sebbene anche il suo account Instagram sia privato: da un’intervista a Radio Horeb si apprende che lavora per la Fondazione YouCat (catechesi giovanile), mentre, su YouTube, l’EWTN tedesca la intervista a Lisbona, durante la GMG del 2023. Parla semplicemente del “Katolische Influencer” come chi che sceglie i social per fare la propria pubblica professione di fede cattolica e di «passione» per Gesù.

Delle tre è Tini Brüning ad apparire la più esperta sul fronte comunicativo, e non solo perché il suo account Instagram è pubblico e data dal 2018, ma perché lavora per K-TV, venticinquennale canale cattolico che rivolto all’Europa germanofona. La sua spiritualità è orientata in senso carismatico: ha trascorso due anni di formazione presso la comunità di Loretto.

Dunque, come e perché i cattolici devono stare sui social media e cosa è il progetto Cross Connected? La Brüning ne parla in un’intervista resa a “Die Tagespost” lo scorso novembre. Li considera uno spazio pastorale da occupare, in particolare per rivolgersi a persone, giovani perlopiù, che vivono in ambienti scristianizzati e che sono esse stesse lontane dalla fede, e raccomanda di «non smettere di riflettere in modo critico» su come li si usa. Perché «devo rispondere a Dio del tempo che vi trascorro…», dice, al punto da suggerire di uscirne «se non si sa per quale scopo li si sta usando».

Cross Connected, sorto anche dal confronto con i più organizzati influencer evangelici, è pensato come rete sulla quale i missionari digitali cattolici possono mettere in comune i loro contenuti (la Gaicki suggeriva anche che la relazione comunitaria previene anche dal rischio-narcisismo). «Ognuno dei redattori», al momento una trentina, «ha la propria "comunità" e crea i propri "contenuti", che il canale raggruppa». C’è anche, su WhatsApp, un gruppo di preghiera.

Tanto l’account Cross Connected quanto quello personale di Tini Brüning non spiccano per il numero dei follower (rispettivamente 3mila e 6mila). Ciò riflette una precisa visione: «Appena pubblico qualcosa, cerco di affidarlo al Signore invece di contare i like. Non sono io a poter determinare chi vedrà i miei contenuti», dice, considerando tossica la dipendenza dal numero di reazioni. «Voglio che sia lo Spirito Santo a guidare chi vede i miei post. Alla fine, non si tratta di follower, ma di anime!».

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