Polpette di insetti, oppure maccheroni al ragù di grillo. Cibo del futuro. Cibo spazzatura. Prelibatezze esotiche. Veleni dai quali stare ben lontani. L’affacciarsi nei mercati alimentari europei degli alimenti a base di insetti, ha già determinato una levata di scudi notevole da parte dei puristi dell’enogastronomia così come degli agricoltori. Contestazione che non può escludere a priori i nuovi alimenti che cercano di farsi strada sui banchi dei supermercati (a patto, certo, che non sia dannosi alla salute). Protesta, tuttavia, che ha tutte le ragioni di questo mondo, anche economiche oltre che culturali. Tenendo poi conto che le dimensioni di mercato dei nuovi cibi a base di insetti e larve, sono ancora piuttosto contenute ma non per questo da sottovalutare.
Stando a “Insect Food e Consumatori”, una recente indagine sul tema realizzata dall’Università degli Studi di Bergamo è presentata qualche giorno fa a Milano, un italiano su tre è propenso ad acquistare alimenti che contengono insetti commestibili. Curiosità e voglia di provare cibi nuovi, appaiono essere le motivazioni di fondo. Accanto ai tradizionali piatti della cucina nazionale, insomma, potrebbero essere posti quelli più “innovativi”. Piatti che in Europa animano già un giro d’affari pari a oltre 260 milioni di euro e che, stando agli organizzatori della presentazione della ricerca (IPIFF - International Platform of Insects for Food and Feed e di Alia Insect Farm) «possono rappresentare un’opportunità interessante per la filiera made in Italy». Economia accanto a curiosità gastronomica, dunque. E investimenti. La ricerca indica come la produzione adesso si basi già su qualche migliaio di tonnellate «mentre gli investimenti hanno già superato quota 1 miliardo di euro e si stima arriveranno ai 3 miliardi nel 2025» E non solo, perché le previsioni a livello europei indicano che entro il 2030 il settore arriverà a coinvolgere
oltre 30mila impiegati a tempo pieno.
Buone prospettive, quindi, che devono però confrontarsi non solo con le tradizioni alimentari nazionali ma anche con oggettive cautele e, soprattutto, con la necessità di una corretta informazione. Ed è su questo che – con ragione – insistono i coltivatori italiani. «L’indicazione della presenza di farine di insetti con grande evidenza in tutti i prodotti alimentari è importante per tutelare la salute degli italiani dai rischi di reazioni allergiche ma deve essere prevista anche in bar e ristoranti ed occorre garantire sempre
la trasparenza dell’informazione sul paese di provenienza», ha dichiarato in una nota Coldiretti sottolineando i pericoli insiti nei nuovi cibi sui quali anche l’Efsa, l’autorità alimentare europea, ha posto l’attenzione. In altre parole, anche per gli insetti nel piatto vale quanto esiste già per ogni alimento: la libertà di scegliere a patto di essere correttamente informati.
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