Madre della pioggia, piovi su di noi! Bagna il mantello dei pastori; con le piogge torrenziali allevia la nostra sete; dalla tua sorgente infinita attingi la porzione d'acqua che è necessaria a noi"! Avanza veloce lo spettro della carestia, il gran caldo ci ha distrutto, Madre della pioggia, piovi su di noi e sazia ogni fame!
Il mondo riesce ormai a capire sempre di più che il bene più prezioso deposto dal Creatore nel grembo della terra non è tanto il petrolio ma l'acqua: in futuro non ci saranno più tensioni o guerre per contendersi i giacimenti petroliferi quanto piuttosto per accaparrarsi le sorgenti idriche. In questa luce abbiamo voluto oggi proporre una preghiera un po' originale. Così come nel Messale c'è il formulario di una liturgia per impetrare il dono della pioggia, così la popolazione beduina dei Rwala invocava la «Madre della pioggia», una divinità della loro religione, perché donasse alla terra arida e screpolata e all'umanità assetata il flusso delle acque.
Da questa implorazione così semplice eppure intensa vorrei estrarre una riflessione che va in un'altra direzione. Ci sono beni il cui valore è scoperto solo quando essi vengono meno. Pensiamo all'aria che, se ci è tolta o se viene inquinata, rivela la sua straordinaria necessità. Ma pensiamo anche a una persona amata, con la quale condividiamo la quotidianità: se dovesse all'improvviso abbandonarci o morire, subito si aprirebbe in noi un vuoto o una lacerazione. Solo la perdita di una realtà nascosta ci svela quanto essa sia decisiva per la nostra esistenza. Ecco, allora, la necessità di tutelarla e amarla prima della sua scomparsa.
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