Macchine agricole indietro tutta
sabato 18 novembre 2006
Cambierà radicalmente, nei prossimi anni, il modo di produrre e confezionare prodotti agricoli alimentari come la frutta, la verdura e gli ortaggi. In altre parole, non sarà più l'agricoltura a conferire i propri prodotti agli impianti industriali, ma sarà l'industria a trasferirsi sul campo con mini-fabbriche semoventi. Cose dell'altro mondo fino a qualche tempo fa, cose più che concrete adesso. Proprio così, e non si tratta di un'idea pubblicitaria, ma di quanto presto potrebbe accadere alla meccanizzazione delle principali coltivazioni alimentari. Se questo potrebbe essere basato il futuro di un settore importante per la nostra economia che, però, deve fare i conti con la realtà dell'oggi non proprio così luminosa, anzi. Vediamo prima qualche numero. Stando ai dati diffusi nel corso di Eima 2006 - la rassegna bolognese sulla meccanizzazione agricola che è sempre l'occasione per effettuare «il punto» sul comparto - nel 2006, in Italia, il mercato delle macchine agricole chiuderà con un calo del 10% nelle vendite di trattrici e del 20% delle mietitrebbiatrici.
In questo modo, verrebbe confermato l'andamento negativo del 2005. Alla base del tracollo - stando a quanto affermato dalla associazione dei produttori di macchine agricole, Unacoma - la
riforma della Politica Agricola Comunitaria e gli accordi Wto. La stretta provocata dalla PAC, tuttavia, sembrerebbe essere in parte allentata dalle vendite all'estero, stimate alla fine dell'anno in crescita del 6,6% in peso e del 2,7% in valore. Di fronte ad uno scenario di queste genere, i costruttori non hanno mancato di chiedere «nuove politiche» per il loro comparto. Misure a base di incentivi anche sul fronte dell'energia. Ma, più che tutto questo, probabilmente avranno effetto l'innovazione e la creatività. Un esempio in questo senso arriva proprio da alcuni esempi di macchine agricole che, di fatto, portano la fabbrica in campo.
è il caso di una raccoglitrice polivalente - presentata proprio all'Eima -
adatta per lavorare sui campi di pomodori, ma anche su altre colture ortofrutticole, e che esegue in rapida successione la selezione dei prodotti maturi, la raccolta, la disinfezione e il confezionamento per il consumo diretto. Numerosi i risultati che si ottengono. Basta pensare all'accorciamento dei tempi di lavorazione dalla raccolta al consumo, e, quindi, all'aumento della qualità del prodotto. Metodi di lavoro di questo genere potrebbero anche far crescere il margine degli agricoltori. Le incognite, tuttavia, rimangono ancora molte. Perché, tutto sommato, la gran parte delle macchine agricole significa forti investimenti a carico degli agricoltori, stretti fra prezzi in diminuzione e aumenti consistenti degli oneri legati alle materie prime. In una situazione di questo genere tutto può essere utile per far risalire la china al settore: dalla spinta verso la maggiore diffusione dei prodotti tipici, alle innovazioni nella meccanizzazione e nell'organizzazione del lavoro.
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