Achtung Italia! A Dortmund nella casa dal “Muro Giallo” a un certo punto stavano per crollare tutte le pareti. Data la sequenza delle reti, più che il bis clamoroso della storica vittoria sui crucchi al Mondiale 2006, inflittagli dagli azzurri di Marcello Lippi, abbiamo sperato di rivivere l’epica di Italia-Germania 4-3 (Messico ‘70), anche senza staffette, Mazzola-Rivera (ad averceli ora), così come abbiamo rischiato di assistere impotenti a una Caporetto dopo appena 45’. Italia-Germania sono stati 180 minuti di follia, passando da una squadra
brechtiana da tre soldi, a un gruppo di assaltatori speciali della Folgore. Alla fine il secondo atto dei quarti di Nations League si è chiuso con un onorevole 3-3, ma lo sviluppo dei due match lascia spazio infinito al dibattito. Dopo il primo tempo da azzurro tenebra, al bar sport italiano c’era già chi gridava allo “scandalo Nazionale” chiedendo l’esonero immediato del ct Luciano Spalletti. L’ala oltranzista ipotizzava anche un passaggio immediato di consegne con il licenziato speciale Thiago Motta, cacciato dalla Juventus, dopo aver ritirato il “Premio Gigi Maifredi”, e sostituito dal traghettatore croato, il semiterribile Igor, Tudor. Siamo nell’area del fantacalcio ovviamente. La realtà: ’Italia vista in terra alemanna a tratti è parsa una truppa sgangherata come quella disegnata dalla matita geniale di Bonvi, Sturmtruppen. Un’Italia pazza a cominciare dal secondo tempo di San Siro dove oltre a subire l’1-2 degli uomini del baby-coach Nagelsmann, ha dilapidato anche il patrimonio del “bel gioco” mostrato nelle precedenti sfide di Nations. «Tutta l’Italia, tutta l’Italia…»,
come canta Gabry Conte, ora ce l’ha con lui, con Lucio da Certaldo. Al ct azzurro rimprovera di aver cannato clamorosamente la formazione della sfida di ritorno, dove diciamocelo chiaro e tondo, arrivavamo già sconfitti. Sì perché
la squadra è discreta, con personalità forti come Barella e Tonali e persino un buon bomberone come Kean, ma noi,
gente sopra alla media (anche quando non è in serata di grazia), come Goretzka, Musiala e Sanè, dobbiamo ancora trovarli. Se poi il portiere più forte del mondo, Gigio Donnarumma, va a farfalle, Gatti è un randagio in mezzo alla difesa e la “pazza Inter” presta alla causa un distrattissimo Bastoni, impiegato centrale, ecco che il danno è tratto. I fidi figliocci napoletani del ct, Di Lorenzo (su di lui rigore dubbio,dato e annullato sul 3-2) e Raspadori, hanno dato l’anima per evitargli la figuraccia, ma non ci sono riusciti. Non riuscito neppure l’esperimento Daniele Maldini per la prima volta partito dal primo minuto. Il lancio senza paracadute, in una partita da dentro-fuori, per Maldini jr è arrivato 278 giorni dopo l’ultima di papà Paolo che per 25 anni di fila è stato un potenziale Pallone d’Oro, mentre il suo pupillo, a 22 anni, è un frutto acerbo di questa “maledetta primavera” azzurra. A giugno per le qualificazioni ai Mondiali americani del 2026 si riparte dalla Norvegia, e d’ora in avanti la parola d’ordine è una
soltanto : vietato sbagliare!
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