Dalle parole dell’odio della scorsa settimana (l’antisemitismo da ultimo stadio), alle minacce di morte all’indirizzo di calciatori. Questo è quanto arriva da “radio baccano” che trasmette parole d’odio e cori criminali da quasi tutti gli stadi italiani. I minacciati di morte, per ragioni ostinate e contrarie, ma comunque sempre assurde, dato che di mezzo c’è un gioco, sono il romanista, anzi ormai quasi ex, Nicolò Zaniolo e il leader del Sassuolo, Mimmo Berardi. Il primo dopo aver baciato e giurato amore eterno alla Roma, in accordo con il suo procuratore, aveva pensato a una fuga di mezzanotte dalla capitale. Zaniolo sognava il Milan e le luci scinttillanti di San Siro, per questo ha rifiutato il ripiegone astuto proposto dalla Roma: i londinesi del Barnemouth che avevano offerto ben 30 milioni di euro al club giallorosso. Lo Zaniolo sedotto e abbandonato dalla sirene milaniste, ha detto “no” alla proposta inglese, ritenuta più che decente dalla Roma, che, per ripicca, ha subito messo fuori rosa il suo ex pupillo, invenduto. Il calciatore, vittima come tutta la sua generazione
delle megalomani promesse da procuratori, è rimasto con il cerino in mano, costretto ad aggiornare la
pagina social con l’annuncio sconsolato “calciatore in cerca di collocazione”. Gli ultrà della Roma invece sanno sempre dove collocarsi e si sono appostati sotto casa di Zaniolo gridando vendetta contro il traditore. Il ragazzo giustamente impaurito dalle minacce dell’orda balorda ha riparato esule momentaneo nella sua La Spezia e lì resterà in attesa di giudizio, a questo punto popolare. «Il caso Zaniolo è la punta di un iceberg fatto di episodi inaccettabili che troppo spesso coinvolgono i calciatori, la loro vita privata e le loro famiglie»,
ha denunciato il presidente del sindacato dei calciatori (Aic), Umberto Calcagno. Prima della gara di Coppa Italia Roma-Cremonese (giallorossi clamorosamente eliminati) il Nicolò pentito ha mandato le sue pubbliche scuse alla As Roma con un umile messaggio di pace: «Tendo la mano, sono a disposizione, siamo una famiglia». Al momento però la famiglia romanista lo ha invitato a marcare visita: tre settimane di stop per un presunto infortunio. Vedremo se la dirigenza e soprattutto Mourinho avranno il cuore tenero per riabbracciare tra un mese il figliol prodigo Zaniolo. M la telenovela ddi Trigoria ci stava facendo dimenticare il folle affronto subito da Berardi, il quale paga l’umiliazione inflitta al Milan dal suo Sassuolo, 5-2 a San Siro, ma soprattutto i festeggiamenti social con tanto di selfie con la moglie. Un’euforia che ha scatenato gli psicopatici del web che hanno risposto con un killeraggio verso lady Berardi: «Se vedo tuo marito lo uccido...crepate», ha scritto il più moderato della banda dei malavista social net. Contro queste violenze reiterate e in sensibile aumento contro i calciatori, è pronto un documento integrale che il 14 febbraio verrà presentato al Centro sportivo della Polizia di Stato alla presenza del ministro delo Sport Andrea Abodi. Che sia la volta buona per voltare pagina, una volta per tutte.
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