Oggi che le videochiamate sono praticamente utilizzate da tutti le diamo per scontate. Eppure hanno una storia e soprattutto un futuro tutt'altro che scontato. Sapevate che il primo videotelefono risale addirittura al 1964? Si chiamava PicturePhone e lo presentò il gruppo Bell alla Fiera di New York. Oltre all'audio era in grado di trasmettere sulle normali linee telefoniche anche un'immagine in bianco e nero. Doveva essere una rivoluzione, fu invece un flop che costò al consorzio di aziende americane 500 milioni di dollari di allora. Il servizio infatti costava troppo. Oggi le videochiamate (e le videoriunioni) sono diventate praticamente gratis e la pandemia le ha rese in molti casi indispensabili. Certo, le connessioni spesso giocano brutti scherzi («mi senti?, mi vedi?») ma nel complesso vanno alla grande. Come ben sappiamo, non ci permettono però di vivere la fisicità dell'incontro né tantomeno di cogliere (molto spesso) la gestualità dei partecipanti.
In un futuro prossimo potrebbe però cambiare tutto. E in un modo che, per certi versi, ricorda alcuni film hollywoodiani. Qualche giorno fa, Google ha presentato un nuovo progetto rivoluzionario. Come ha spiegato Clay Bavor, responsabile della divisione sulla realtà aumentata del colosso digitale, «siamo partiti da questa domanda: possiamo usare la tecnologia per creare la sensazione di stare insieme a qualcuno, proprio come se fosse effettivamente lì, davanti a noi?». La risposta si chiama Starline. «Immaginate di guardare attraverso una sorta di finestra magica e attraverso quella finestra di vedere un'altra persona, a grandezza naturale e in tre dimensioni. Potete parlare in modo naturale, gesticolare e stabilire un contatto visivo». Il video dimostrativo di Google fa indubbiamente effetto. Sembra davvero che tra le due persone in collegamento non ci sia nulla. «Per ora Starline è testato per collegare alcuni uffici di Google, ma entro la fine dell'anno speriamo di potervi dire di più sui prossimi passi».
Quando (e se) sarà a disposizione di tutti a un costo accessibile, saremo davanti a un'autentica rivoluzione. Certo, c'è il rischio che possa sostituire in parte le relazioni in presenza con una loro versione «virtuale», ma al tempo stesso aiuterà le persone impossibilitate a vedersi di persona a comunicare a distanza in maniera più efficace.
Il mondo tecnologico crede così tanto a questa evoluzione delle videochiamate (non ci sta lavorando solo Google) da pensare già anche alla loro applicazione nel mondo degli affari. E qui potremmo trovarci davanti a un'ulteriore rivoluzione. Ci sono infatti realtà che, sulla base di queste tecnologie, stanno già progettando gli uffici virtuali del futuro. Per ricevere i clienti o per fare riunioni non serviranno più spazi fisici, ma applicazioni simili al progetto Starline che ci faranno entrare in stanze arredate (con tanto di vista suggestiva dalla finestra) per incontrare i nostri interlocutori come se fossimo davvero davanti alle loro scrivanie. Anche le riunioni saranno così. Le persone appariranno insieme attorno a grandi tavoli, mentre di fatto ognuno magari sarà a casa propria. Per alcuni è una follia, per altri una soluzione che farà risparmiare soldi e tempo. Due fattori che piacciono moltissimo al mondo degli affari. Resta solo da vedere se questa evoluzione farà la fine del PicturePhone del 1964 o se davvero cambierà le nostre vite personali e professionali.
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