Le cose ci dominano La profezia di Weber
venerdì 20 maggio 2022
L'editore Nino Aragno pubblica ora a cura di Giuseppe Raciti un discorso che Max Weber, il maggiore sociologo del secolo scorso nonché critico delle teorie di Marx, dedicò al Socialismo (pagine 114, euro 13). Il discorso fu pronunciato a Vienna nell'estate del 1918 di fronte a un pubblico di ufficiali e non mancano i riferimenti al fatto che nell'idea socialista emergerebbero alcuni tratti tipici dell'esperienza bellica: per esempio quel «senso dell'onore, del cameratismo tra compagni di fabbrica» che è simile al «sentimento su cui si basa, seppure diversamente orientato, la coesione dei corpi militari». Gli operai nel corso di uno sciopero e più in generale nella lotta di classe, vivrebbero un'esperienza analoga a quella dei soldati in guerra. L'ipotesi può sembrare ed è pessimistica. Ma la sua discutibilità non toglie importanza agli elementi di fondo su cui si basa l'argomentazione di Weber. Al primo posto lo sviluppo della tendenza sociale secondo Weber irresistibile nel mondo moderno, cioè la burocratizzazione, la razionalizzazione e il controllo dall'alto, tramite apparati di funzionari, della vita associata e lavorativa. L'operaio moderno, a differenza dell'artigiano premoderno, non dispone individualmente dei mezzi necessari al suo lavoro e del prodotto del lavoro, che sono invece nelle mani dell'imprenditore privato o dello stato. Questi presupposti dell'organizzazione sociale moderna si estendono anche alla cultura: «la massa dell'odierna manodopera impiegata nell'attività delle moderne università, in particolare di assistenti dei grandi istituti, si trovano esattamente nella condizione di qualunque operaio». I vecchi intellettuali e scienziati erano invece nella condizione dell'artigiano. La gestione anche del socialismo finirà nelle mani di coloro che dominano da specialisti gli apparati organizzativi e tecnici di regolamentazione e di controllo. Procedure e tecnologie assorbono così la maggior parte del potere decisionale. Ma questo è proprio ciò che il socialismo definiva «dominio delle cose sugli uomini». La storia sembra aver dimostrato che Weber non aveva torto.
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