Le celebrazioni domestiche: un sussidio ogni settimana
mercoledì 3 marzo 2021
Ai primi di aprile del 2020, segnalando che la Rete si andava interrogando su come avremmo celebrato i riti della Settimana santa senza poterci riunire in assemblea, dedicavo alcune righe a un sito nato in quei giorni e in quel clima sociale e spirituale, “Insieme sulla stessa barca”. Dove una squadra di persone competenti e sensibili in ambito teologico-pastorale aveva pubblicato una lettera aperta e messo insieme un corposo sussidio intorno all'idea di una “celebrazione domestica” del Triduo pasquale, cui ne seguirono di analoghi fino a Pentecoste. Poche settimane dopo, la stessa formazione produsse e presentò sul sito un e-book gratuito, “Dalle finestre di casa. Sguardi sapienziali in tempo di pandemia”. Le tre tempestive iniziative non hanno tuttavia esaurito l'attività del sito, che in coincidenza con la ripresa del tempo liturgico ordinario e delle celebrazioni eucaristiche comunitarie ha dato vita a una sezione tuttora attiva, #IoCelebroACasa ( bit.ly/381cWzF ), rivolta a chi desiderava continuare sulla rotta avviata con quei sussidi pasquali. È dal 7 giugno che, con una fedeltà davvero ammirevole, per ogni domenica vengono sfornate una ventina di pagine, in formato pdf. Servono a chi, non potendo partecipare alla messa della comunità e non accontentandosi di farlo in streaming, vuole celebrare in casa il giorno del Signore; a chi vi parteciperà ma, in casa, vuole prepararsi; a chi vi ha partecipato, ma vuole che le mura di casa facciano eco a quella liturgia. Oltre al Vangelo del giorno e alle relative risonanze e preghiere comprendono sezioni parallele per ragazzi e bambini e link interattivi, approfondimenti, letture da fonti autorevoli, suggerimenti attinti all'arte figurativa e al cinema contemporaneo. Tutto questo lavoro si deve a «un gruppo di amici della diocesi di Firenze: Marco Cioni (prete), Luca Niccheri (prete), Giovanni Martini (prete), Serena Noceti (teologa), Maria Corti (religiosa), Diana Lenzi (laica, insegnante)». Lo fanno gratis e meritano un «grazie».
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