Nell'amore apriamo le braccia della nostra anima per abbracciare l'anima dell'amato" Dobbiamo sempre rinnovare la nostra gratitudine per il dono dell'unione con la persona amata, dobbiamo sempre ritornare a quel momento in cui la vera bellezza di questa persona mi si è rivelata. Solo dalla gratitudine può fiorire il vero amore.
Una volta incontrai sul treno un signore che non conoscevo: aveva il posto davanti al mio e mi riconobbe, avendomi
letto e visto in televisione. Con discrezione e brevemente mi parlò della sua vita e mi disse una cosa a prima vista semplice eppure grande: «Io ogni giorno ringrazio Dio per il dono più bello che mi ha fatto, quello di avermi fatto incontrare e amare mia moglie». Mi ritorna alla memoria quell'incontro, mentre leggo il saggio Essenza dell'amore nella bella edizione, col testo tedesco a fronte, di Bompiani. A scriverlo è stato il filosofo Dietrich von Hildebrand, nato a Firenze nel 1889, convertitosi al cattolicesimo a Monaco nel 1934 con la moglie Margarethe, riparato negli Stati Uniti per la sua opposizione al nazismo e là morto nel 1977.
L'amore per Dio e per il prossimo è visto come dono, massima fonte di felicità, ma anche come impegno serio e affascinante. E' un allargare le braccia per accogliere l'anima dell'altra persona, in una reciprocità come quella dichiarata dalla donna del Cantico dei cantici: «Il mio amato è mio e io sono sua" Io sono del mio amato e il mio amato è mio» (2, 16; 6, 3). Ma soprattutto vorrei sottolineare quel tema della gratitudine: se avete avuto la fortuna di incontrare una persona che vi ama e che amate, ditele senza pudori il vostro grazie. L'amore, infatti, è il dono più alto, dal valore inestimabile.
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