Un canale televisivo rivolto ai bambini in età prescolare e ai loro genitori potrebbe essere salutato con favore. Anche se, lo diciamo subito, non dovrebbe contenere pubblicità. Altrimenti l'impegno per aiutare i piccoli dai tre ai cinque anni nella scoperta e nelle conoscenze rischia di essere vanificato dall'insistente proposta consumistica di zainetti, trolley, kit decorazioni, finte pizze, mega palloncini gonfiabili, draghi e dinosauri. Allora diventa contraddittorio parlare di «un canale dove i programmi seguono le capacità di decodifica del target, dove la divulgazione di regole e comportamenti legati alla vita quotidiana è centrale», «un canale che si differenzia da altri perché trasmette valore anche per i genitori». Detto questo, veniamo al programma previsto oggi per questa rubrica: La fattoria di Orlando, in onda dal lunedì al venerdì alle 15.00 su DeAJunior del gruppo De Agostini (canale 623 della piattaforma Sky). Così, una volta tanto, parliamo di tv per bambini e non di tv subìta dai bambini, soprattutto quando non è adatta a loro. Ferma restando la premessa sulla pubblicità, La fattoria di Orlando racconta di una vera fattoria, sia pure al passo con i tempi, con tanto di internet e smartphone, e piegata alle esigenze televisive (si parla infatti di docufiction), dove il fattore risponde al nome di Alberto Brosio, attore di successo, con sette anni passati a Los Angeles, diventato agricoltore nel paese del nonno, nell'astigiano. Insomma, da Centovetrine all'Officina contadina. Con lui la moglie, Mamma Linda (la “dottoressa” degli animali) e i piccoli Edoardo e Sofia, di quattro e sei anni… i bambini contadini. Voce narrante, un cane: Orlando, pastore australiano. Attraverso di lui seguiamo le vicende della famiglia Brosio alle prese con la vita rurale e i problemi quotidiani come il mal di pancia della giovane mucca da curare con bei lecca-lecca di sale. Il tutto proposto in maniera fortemente didascalica (comprensibile visto il target), anche se un po' di naturalezza in più da parte degli umani non guasterebbe. Per il resto, se davvero La fattoria di Orlando servisse ai più piccoli a capire il valore della vita in campagna non ci sarebbe che da chiedere, come usa ripetere Orlando, «Batti zampa!». Anche se l'esperienza televisiva non varrà mai la realtà. Per un bambino la campagna e gli animali sarà sempre meglio vederli dal vivo.
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