Spagna, inverno, esterno notte. Un signore molto anziano si aggira in una zona isolata, disorientato. Lo vede un tassista, lo raggiunge intuendo immediatamente che quell’anziano, che sta cercando la sua casa in mezzo ai prati, ha dei gravi problemi di memoria e ha bisogno di essere riaccompagnato. Lo fa salire sulla sua auto, gli chiede un documento per cercare un indirizzo a cui accompagnarlo e poi tenta un approccio per farlo chiacchierare un po’: «Freddo oggi, vero?» e ancora «sta per finire l’anno, eh?». Niente, nessuna risposta. Ancora un tentativo: «Ha visto la partita di domenica?». A quel punto lo sguardo del passeggero si illumina: «Sì, ho visto! Abbiamo segnato tre gol! E il più forte di tutti è De Stéfano!». «La saeta rubia», risponde il tassista, nascondendo frettolosamente qualcosa che era appeso allo specchietto retrovisore. Da quel momento l’anziano signore è un fiume di parole: commenta, si entusiasma, sorride, non smette di parlare, è felice. Il viaggio si conclude, il tassista arriva all’indirizzo dove la figlia disperata abbraccia suo padre, probabile vittima dell’Alzheimer. Il tassista rifiuta il pagamento della corsa, guarda rispettoso quell’abbraccio, rientra nel taxi e rimette al suo posto, sullo specchietto, un gagliardetto bianco-rosso, i colori dell’Atletico Madrid, storico rivale del Real Madrid, la squadra dove Alfredo Di Stéfano aveva fatto sognare milioni di tifosi... dal 1953 al 1964.
È difficile restituire con parole scritte l’emozione che questo piccolo capolavoro trasmette. Cercatelo sul web e in 165 secondi esatti vi verranno gli occhi lucidi e sarete restituiti alla velocità della luce a un calcio che aveva una connessione vera con i tifosi, un legame diretto con il cuore e con il cervello, quel tipo di legame profondo che i nostri anziani sono capaci di riattivare anche quando la memoria a breve termine se ne va. Questo spot straordinariamente riuscito e commovente termina con una frase che si compone proprio intorno a quel gagliardetto bianco-rosso, tornato al suo posto sullo specchietto retrovisore: «Al di sopra dell’Atletico, ci sono i valori dell’Atletico». Un minuto e 45 secondi che spiegano meglio di mille parole perché c’è più di una possibilità che la recente sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea sulla Superlega (mentre tanti affermano che potrebbe stravolgere il futuro del calcio continentale molto più della sentenza Bosman) non cambi proprio nulla. Perché, almeno ancora per un po’, il calcio appartiene e apparterrà, davvero e senza retorica, alla gente più che ad alcuni proprietari che ne vogliono disporre come di una, fra le tante, attività puramente commerciale. Il primo tentativo di costruzione della Superlega, nell’aprile 2021, naufragò in 48 ore proprio perché i tifosi inglesi scesero in piazza a protestare, costringendo i dirigenti di Manchester United, Manchester City, Liverpool, Chelsea, Tottenham, Arsenal a fare marcia indietro. Vedremo che cosa succederà dopo questa sentenza. Molti club si sono già defilati, l’unico che ha insistito in maniera esplicita sulla Superlega è stato Florentino Pérez, presidente del Real Madrid, proprio la squadra dove giocava Di Stéfano. Ha diffuso un video-messaggio che, al momento, è stato clamorosamente annientato da un tassista tifoso dell’Atletico.
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