LA SOTTIGLIEZZA E LA SINCERITÀ

La sottigliezza non abbandona mai gli uomini di spirito, specialmente quando essi sono nel torto.
December 16, 2004
La sottigliezza non abbandona mai gli uomini di spirito, specialmente quando essi sono nel torto. Credo sia capitato a tutti di imbattersi in persone capziose e cavillose: sono pronti a sfidare il ridicolo pur di dimostrare (a loro modo) di non aver torto. È ciò che osserva il grande Goethe in una delle sue Massime e riflessioni: più costoro sono nel torto, più mobilitano la loro intelligenza per arzigogolare fino a deprimere l'interlocutore che, stremato, lascia perdere. Questa considerazione ci permette di esaltare l'atteggiamento opposto, quello della schiettezza, della franchezza, della sincerità. Lapidario è il monito di Cristo: «Sia il vostro parlare: sì, sì; no, no! Il di più viene dal maligno» (Matteo 5, 37). Questa trasparenza, certo, si deve contemperare con la prudenza, tant'è vero che è ancora Gesù a suggerire: «Siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe» (Matteo 10, 16). In una società artificiosa e perfino artefatta com'è la nostra, è comunque importante riscoprire la virtù della semplicità (che non è semplicioneria), della schiettezza (che non è ingenuità), della franchezza (che non è dabbenaggine), della spontaneità (che non è infantilismo). Proprio tutte queste parentesi che abbiamo messo accanto alla virtù che stiamo esaltando ci fanno capire quanto sia difficile stare sul crinale dell'autentica sincerità che non è candore ingenuo. Tutto milita nel mondo attuale delle apparenze e dell'inganno contro questa virtù: «un po' di sincerità - sosteneva lo scrittore Oscar Wilde - è una cosa pericolosa; molta sincerità è assolutamente fatale». Ma, pur coi limiti sopra indicati, è un rischio che deve essere corso da chi vuole avere una coscienza pulita e serena.

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