Navigando negli ultimi giorni tra le onde dell'informazione ecclesiale, ho trovato nuovamente conferma dell'attrazione che i tempi dell'anno liturgico, nei momenti forti, esercitano sulle fonti che alimentano queste acque, fino a coprire un quarto dell'intera mole di post che ho potuto consultare alla vigilia del Triduo pasquale.
Proprio a «Cosa sapete della Settimana santa?» è dedicato il lieve quiz lanciato online dal quotidiano francese di ispirazione cristiana “La Croix” ( tinyurl.com/lxkmpmy ). Sono solo cinque domande e sono domande facili, almeno per i frequentatori del sito di quel quotidiano (e anche di questo, suppongo). Nel momento in cui scrivo (il programmino aggiorna i risultati in tempo reale), l'incertezza maggiore riguarda l'esatta definizione di “Veglia pasquale”, giacché al 76% di chi vi riconosce la celebrazione della resurrezione di Gesù risponde un 15% che ritiene di vegliarne la tomba, e un 9% che pensa di celebrarne la morte. La più diffusa certezza (93%) è invece tra chi sa che il Giovedì santo si celebra l'«istituzione dell'Eucaristia», anche perché le due alternative proposte, «le Ceneri» e «i Battesimi», erano decisamente poco credibili.
Meno lieve la meditazione postata sul blog “Vino Nuovo” da Marco Pappalardo ( http://tinyurl.com/lzcttu4 ) a partire dalla “irruzione” di una bestemmia in una Via crucis celebrata all'aperto, nel cortile dell'oratorio. Un episodio vero, ma anche un serio spunto per una catechesi sulla Passione. «Il coretto del palazzo accanto all'istituto, inconsapevolmente ha reso il nostro momento più vero», vi si legge; entrando «sgradita e volgare» nel momento di preghiera, quella bestemmia ha riportato i partecipanti alla celebrazione «con i piedi per terra», ricordando loro che «Gesù allora di preghiere, quasi certamente, ne ascoltava davvero poche lungo la via». In fondo, conclude Pappalardo, «fuori dalle pratiche devozionali e dalle sacre rappresentazioni, nei luoghi ordinari della nostra vita, non è forse lo stesso?».
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