Crescono i giovani agricoltori: rappresentano il futuro del comparto e non solo dal punto di vita anagrafico. Eppure le nuove leve devono ancora fare i conti con una montagna di difficoltà in più rispetto agli "anziani". Colpa della crisi, certo, della burocrazia, naturalmente, ma anche di chi spesso non crede abbastanza nel futuro verde dell'Italia. C'è però chi è invece pronto a scommettere per davvero sulle imprese condotte da chi ha meno di 40 anni.La situazione non è comunque delle migliori. Stando ad alcune rilevazioni dell'Ismea, se il numero di agricoltori dal 2000 è calato di oltre il 15%, quello dei giovani è addirittura collassato quasi del 48%. E se la media europea dei giovani under 35 è del 6,1%, si va dal 12,3% della Polonia al 9,7 dell'Austria, al pesante 2,9% dell'Italia. Eppure – ormai tutti lo dicono – pare siano proprio i giovani agricoltori ad ottenere le prestazioni migliori. Le imprese gestite dai trentenni hanno una superficie coltivata superiore del 37% alla media, producono un reddito più alto del 40% e occupano mediamente il 26% in più di lavoro. Al contrario, le aziende sotto i 2 ettari sono gestite per il 62% da agricoltori sopra i 55 anni, mentre per le superfici sopra i 10 ettari, la percentuale dei giovani è intorno al 10%. Per questo, recentemente proprio l'Ismea e la Commissione europea avevano puntato il dito sulle «gravi problematiche legate alla resistenza di fronte "al passare la mano" da parte degli agricoltori più anziani, nonostante i numeri dicano che le aziende giovani sono più performanti, e quindi il passaggio generazionale presenti una valenza positiva». I giovani imprenditori agricoli devono spesso non solo vincere la diffidenza dei padri, ma anche le forti difficoltà di accesso al credito, l'elevato costo della terra, la burocrazia faraonica. Occorre quindi, ancora una volta, aiutarle chi vuole scommettere sui campi. Cosa non impossibile. La fondazione italiana Accenture e la fondazione Collegio delle Università milanesi, per esempio, questa settimana hanno lanciato un concorso aperto a studiosi ed operatori, purché laureati e di età inferiore ai 35 anni, che si chiama "Linfa" ("Le Idee Nuove Fanno Agricoltura Sostenibile"). In palio, 30mila euro da affidare alla migliore idea progettuale in grado di aiutare l'agricoltura ad innovarsi, dal punto di vista tecnico e tecnologico. Fra gli esempi da cui trarre ispirazione, gli organizzatori hanno posto le applicazioni dell'Ict per indicare ai consumatori le cascine dove approvvigionarsi di ortaggi, un sistema che ottimizzi l'irrigazione, piuttosto che sistemi di protezione antigrandine connessi a risorse web di controllo meteo. Tutto a partire dai giovani. Difficile adesso dire se l'iniziativa riuscirà a trovare l'Archimede dei giovani imprenditori, ma il senso è chiaro: dare una spinta a chi sceglie di lavorare in campagna.––––––––––––––––––––––––––––––Ai lettoriOggi per assoluta mancanza di spazio siamo costretti a non pubblicare la pagina settimanale sui fondi d'investimento. Ce ne scusiamo con i lettori.
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