La Rete nel centenario di Turoldo: le citazioni e un'incantevole fonte
domenica 13 novembre 2016

Cade tra pochi giorni il centenario della nascita di padre David Maria Turoldo (22 novembre 1916). Come spesso mi capita in riferimento a fatti e figure ecclesiali certamente familiari a quelli del secondo Novecento, forse meno familiari ai nativi digitali, mi viene la curiosità – prima che la ricorrenza richiami di per sé l'attenzione – di soppesare in che misura la Rete dell'informazione ecclesiale può stimolare l'interesse per questo grande personaggio, e – sempre limitandosi alla Rete – come tale interesse può essere soddisfatto.
Dall'inizio dell'anno a oggi, le fonti che seguo hanno citato Turoldo una cinquantina di volte. Tredici volte in riferimento diretto a lui e al centenario: grazie in particolare all'uscita della sua biografia a firma di Mariangela Meraviglia (Morcelliana). E il resto, tre volte tanto, “parlando d'altro”: buon segno. Hanno giovato a tenere viva la sua memoria in particolare la scelta del confratello servita padre Ermes Ronchi (che pone Turoldo tra i suoi «piccoli profeti») come predicatore degli esercizi spirituali alla Curia romana; quella del cardinal Bassetti di citare suoi versi durante le meditazioni alla Via Crucis al Colosseo; la morte del cardinal Capovilla, don Loris, che accanto a Turoldo è stato sepolto.
L'assai seducente definizione: «Poeta, profeta, disturbatore delle coscienze, uomo di fede, uomo di Dio, amico di tutti gli uomini», formulata dal cardinal Martini in morte di padre Turoldo e sovente citata, avrà smosso qualcuno a interrogare Google col suo nome? Anche filtrando ben bene da scuole e vie a lui intitolate e da citazioni senza contesto le 106mila ricorrenze, qualcosa di prezioso c'è. Sicuramente le sue poesie, caricate da due anni in qua quotidianamente sul sito della comunità milanese dei Servi di Maria. E poi, davvero “incantevole”, nel senso che si rimane incantati a vederlo, su YouTube, il video in cui, dal letto della sua malattia già avanzatissima, risponde a Sergio Zavoli sul male, il dolore e la morte.

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