Dall’inizio del 2022, ai 20 milioni di visitatori unici mensili di “Aleteia” – «rete globale» digitale di informazione e formazione cristiana in 7 edizioni linguistiche – è offerta la possibilità di una più stretta membership. Denominata Premium, Family, Wspólnota o Plus a seconda delle lingue, essa si propone – come ha spiegato il direttore dell’edizione italiana Mirko Testa ( bit.ly/3DzbrHL ) – di fidelizzare il visitatore e costituire in tal modo intorno alla testata una più salda community anche spirituale. L’iscrizione è gratuita, o meglio: il “costo” è quello della comunicazione dei propri dati: obbligatori nome e cognome, email e nazionalità; facoltativi indirizzo, telefono e stato di vita (laico/chierico/religioso). A chi si iscrive sono garantiti alcuni servizi: articoli riservati, compresa una quotidiana rassegna stampa (5 articoli) sull’informazione cattolica internazionale; una “Lettera dal Vaticano”, anch’essa quotidiana; la limitazione delle inserzioni pubblicitarie. Ma il “premium/plus” sul quale l’iniziativa punta di più è la possibilità di far giungere una propria intenzione di preghiera a una rete di 550 monasteri contemplativi che, con una email, renderanno conto di quando se ne sono fatti interpreti. L’idea traduce, su vasta scala, un fenomeno che l’infosfera ecclesiale ben conosce: sono molti i preti, i religiosi e le religiose che accolgono sui propri profili social le preghiere dei follower, facendole poi proprie davanti a Dio. A tal fine “Aleteia” si è giovata della collaborazione della spagnola Fundación DeClausura ( bit.ly/3ThPwuJ ), che assiste in varie forme la vita contemplativa nel Paese iberico e che già prevedeva un servizio simile, denominato “Cadena de oración”. Da un recente post che Matilde Latorre ha dedicato a questa iniziativa ( bit.ly/3T1jl2u ) apprendiamo che finora sono giunte 40mila richieste di preghiera. Esse sono e rimangono riservate, ma a «poco a poco i beneficiari» condividono, aderendo a un’esplicita proposta di “Aleteia”, «testimonianze toccanti che mostrano la grande forza della preghiera di religiose e religiosi che vivono in comunità». Come quelle («almeno dieci») di bambini il cui concepimento è stato letto dai genitori come l’esaudimento della preghiera che avevano affidato, per le vie digitali, a questi monasteri.
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