La Rete aiuta una diocesi Usa a rimediare i battesimi invalidi
domenica 6 febbraio 2022
Per trovare un post che parlasse di battesimo a prescindere dalla "trasgressione" inscenata da Achille Lauro a Sanremo, in questi giorni si doveva traversare l'Atlantico e visitare il sito della diocesi di Phoenix, in Arizona. Dove il vescovo Thomas J. Olmstedt ha dichiarato invalidi, sulla base di un "Responsum" emanato dalla Congregazione per la dottrina della fede nel 2020 ( bit.ly/3uty0Lg ), i battesimi impartiti da uno dei suoi sacerdoti, Andres Arango, utilizzando (come faceva abitualmente) la formula al plurale, «Noi ti battezziamo», anziché quella al singolare, «Io ti battezzo». L'ha raccontato il "Catholic News Service" ( bit.ly/35SJ3TS ): il vescovo aveva scritto alla diocesi il 14 gennaio, il sacerdote si è dimesso da parroco di St. Gregory l'1 febbraio. Per spiegare cosa è successo, ma anche e soprattutto per porvi rimedio, la diocesi si è affidata in misura ampia alla Rete: in particolare per contattare "tutti" i fedeli il cui battesimo, amministrato in tal modo da don Arango, risulta invalido e accompagnarli fino a ricevere un battesimo valido (ed eventualmente anche la successiva cresima). In un'apposita pagina del sito diocesano ( bit.ly/3utAB7S ) si trovano innanzitutto i link ai due brevi testi del vescovo e del sacerdote, entrambi sinceramente rammaricati di quanto accaduto: «Non credo che don Andres avesse alcuna intenzione di danneggiare i fedeli o privarli della grazia del battesimo e dei sacramenti», dice il vescovo. C'è pure un modulo da compilare, per sé o per i propri figli, nel caso si sia stati battezzati da don Arango, con la possibilità di caricare della documentazione. E poi 19 domande, quelle che, in un contesto laico, chiameremmo semplicemente "FAQ", tra cui: «Non è legalistico dire che un sacramento non è valido per una sola parola?»; «Con chi devo parlare affinché io (o mio figlio) possiamo battezzarci?»; «Posso continuare a ricevere la comunione?». A dire della complessità del problema creatosi in diocesi.
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