Victoria uno e due. Mentre su Canale 5 va in onda la prima stagione (al momento spostata dalla domenica al martedì in prima serata), in quasi contemporanea su La Effe (il canale 139 di Sky) sta per partire la seconda. Lo sceneggiato, o “period drama” o “costume drama” che dir si voglia, arriva direttamente dal Regno Unito. E non poteva essere diversamente visto che racconta della regina britannica che ha dato il nome a un'epoca e ha regnato per quasi sessantaquattro anni (meno soltanto dell'attuale pronipote Elisabetta II). Victoria venne incoronata nel 1838, a soli diciotto anni, combattendo le proprie incertezze, ma soprattutto resistendo alla pressione dei tanti scagnozzi di corte e superando scandali, corruzioni e intrighi. Grazie alla forza di volontà divenne la donna più potente al mondo: una vera icona femminile. A dettare il rapporto con il classico letterario sono in questa trasposizione televisiva i diari personali della stessa sovrana. La storia, compresi gli amori (dall'infatuazione per il primo ministro Lord Melbourne al matrimonio con Albert), contiene tutti gli elementi per interessare il pubblico. Non è un caso che di fronte agli schermi britannici di Itv (Independent television) abbia messo insieme in media sette milioni e mezzo di inglesi. Ma al di là della storia (che comunque funziona di per sé), in questi casi contano la grande tecnica, le ambientazioni, la cura dei particolari, le inquadrature (quasi fossero veri e propri quadri), i costumi e il cast a partire dalla protagonista, Jenna Coleman, capace di trasmettere la psicologia e le sfumature del carattere della giovane regina. Per Canale 5, Victoria è il primo prodotto britannico ad essere messo in video in prima serata. Mentre La Effe, dove la prima stagione è già andata in onda all'inizio di quest'anno, da venerdì 29 proporrà la seconda con una regina sempre più determinata nonostante la nascita della figlia: «Avrò anche partorito, ma sono capacissima di scendere le scale. Non resterò su quella sedia un momento di più». Anche perché le questioni internazionali incombono, a partire dall'Afghanistan dove gli inglesi hanno subito una disfatta senza precedenti. E poi le convenzioni, come la purificazione in chiesa dopo il parto, che riaccendono lo spirito ribelle della sovrana: «Io non sono una donna, sono la regina».
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