La Pompei immersiva di Alberto Angela
giovedì 30 maggio 2024
Di Alberto Angela non sappiamo più cosa dire, in positivo ovviamente. Per cui chi si fosse perso lunedì scorso su Rai 1 lo speciale di Meraviglie dedicato a Pompei e alle nuove scoperte non deve fare altro che recuperarlo su RaiPlay, anche perché c’è una novità vera: è girato con un solo piano sequenza, un’unica inquadratura di oltre due ore, senza stacchi nella ripresa, con una telecamera, sempre la stessa, che ha seguito passo passo il conduttore tra gli scavi archeologici per oltre tre chilometri, compresi alcuni spostamenti in auto, anche questi senza mai interrompere la ripresa. Al piano sequenza hanno dovuto adattarsi, azzeccando i tempi di entrata in scena, ovvero nell’inquadratura, anche gli «ospiti», ben sedici tra archeologi, antropologi, restauratori, tecnici, ingegneri e lo stesso direttore del parco Gabriel Zuchtriegel. Una scelta tecnica e stilistica che finora aveva sperimentato solo il cinema e che Angela ha motivato con l’intento di voler far sentire il telespettatore ancora più partecipe, di prenderlo per mano, di fargli vivere le meraviglie di Pompei come fosse un pompeiano. È stata dunque una sfida impegnativa, soprattutto sul piano del ritmo, quello che normalmente viene garantito dal montaggio e ovviamente dalla possibilità precedente di interrompere e di rifare le riprese. Questo limite, va detto, si è avvertito, nonostante che in post-produzione un espediente sia stato usato aggiungendo linee, voci, ombre e musica in sottofondo. L’esperimento resta comunque interessante, anche se non facilmente replicabile in quanto qui favorito dalla realtà geografica e dall’umanità che emerge da Pompei che, come dice Angela, alterna uno schiaffo a una carezza: l’eruzione del Vesuvio ha provocato la morte, ma ha fermato il tempo, ha fissato la vita come in una foto, compresa quella di tanti bambini di cui solo ora sono venuti alla luce i disegni. © riproduzione riservata
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