È dentro di noi che la pace comincia. Questa pace che nasce dalla riconciliazione con le nostre ferite interiori, ascoltando la nostra vita interiore invece di ignorarla, dando spazio e dignità alle dimensioni più vulnerabili del nostro essere, riconoscendo con umiltà la frustrazione, la violenza e l’aggressività che risiedono anche in noi. Questa pace che nasce dalla capacità di trasformare le nostre quotidiane armi di guerra in vomeri, come ci insegna il profeta. Questa pace che fa vivere fianco a fianco il lupo e l’agnello, e fa pascolare nello stesso campo il leoncello e il vitellino. Questa pace che non troviamo prefabbricata in nessun luogo, ma che s’intesse come un lento lavoro d’artigiano, intrecciando con sapienza fili diversissimi, rispettando l’unicità di ciascuno e, allo stesso tempo, scoprendo il significato profondo della convivialità. Questa pace che non ha vincitori né vinti, ma è una danza di esseri umani che si tengono per mano e imparano ad accettarsi nella loro reciproca fragilità; esseri che abbracciano nei loro simili quella stessa solitudine che portano dentro di sé, anche se in gradi differenti, e che non rinunciano a valorizzare il desiderio, le ragioni e i sogni che fanno di ogni persona un compagno di cammino verso l’infinito. Nella vita ho incontrato cuori ampi come un’assemblea dell’Onu, e costruttori di pace come una Beatitudine.
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