A prima vista sembra solo una battaglia tra colossi del digitale. Se preferite, i primi pugni (virtuali) che il padrone di Twitter, Elon Musk, e quello di Meta, Mark Zuckerberg, hanno annunciato di volersi dare in una gabbia, come negli incontri di «Mma» (le arti marziali miste). Anche se a una fetta del pubblico piacerebbe vedere due ricchi e potenti prendersi a pugni, molto probabilmente la loro “sfida in gabbia” resterà solo una boutade, fumo negli occhi. Quello su cui dovremmo invece concentrarci è la vera sfida tra i due magnati e più in generale su ciò che sta accadendo nel mondo dei social. Come forse sapete Meta ha deciso di andare all’attacco di Musk con un nuovo social chiamato Threads, praticamente uguale a Twitter (su Avvenire.it ne ha scritto Paolo Alfieri https://tinyurl.com/av93pvue ). In poche ore il nuovo social ha annunciato di avere già 10 milioni di iscritti. Che sono tanti se fosse un social che debutta da zero, ma non sono così tanti per una piattaforma che è facilmente accessibile a quasi 1 miliardo di iscritti a Instagram. Chiunque infatti abbia già un account su Instagram può iscriversi facilmente a Threads portando automaticamente nel nuovo profilo fan, amici, profili che segue e preferenze varie. Tra i 100 Paesi nei quali é disponibile Threads non ci sono ancora quelli europei. Quindi anche l’Italia. Il motivo è presto spiegato: Meta sa che a breve l’Europa rilascerà nuove limitazioni alle piattaforme social e vuole capire come potersi muovere. Comunque, al momento, ciò che più conta è la sfida tra Musk e Zuckerberg che si svolge in America. Che non è solo una sfida di tipo economico o di generico potere ma anche (verrebbe da dire soprattutto) politica. Le simpatie di Musk per Trump, per la destra americana e per gli estremisti di ogni specie e il suo rifiuto di moderarne i contenuti su Twitter piace a una parte dell’America ma preoccupa e non poco una parte ancora più ampia di cittadini e di politici. Questa partita diventa ancora più importante se si tiene conto che una parte del Congresso Usa vorrebbe mettere al bando il social TikTok di proprietà cinese. Se dovesse accadere e se Threads riuscisse davvero a mettere in crisi Twitter, Zuckerberg diventerebbe di fatto il padrone delle più importanti piattaforme operanti in America e non solo lì, visto che possiede già Facebook, Instagram e WhatsApp.
A prima vista Threads sembra volere rimettere al centro la comunicazione testuale, mentre tutti i social dopo il successo planetario di TikTok stanno puntando soprattutto sui video. Persino Facebook. È vero che Threads sembra andare in direzione opposta, ma lo fa solo per differenziare l’offerta di Meta e per coprire una richiesta e un malcontento degli utenti di Twitter. Zuckerberg sa benissimo che il suo vero business non sarà Threads. Il successo di TikTok da tempo ha fatto tracimare i video ovunque, ed è questo ciò che le persone e gli investitori cercano oggi. Perché col tempo il nostro rapporto con i social si è modificato. Da piattaforme di relazioni sono diventati piattaforme di esibizione, da luoghi di scambio di idee, di articoli, di contenuti di valore si sono trasformati in spazi di scambi di emozioni, di ricordi, di piccole o grandi frustrazioni quotidiane. E così da piazze digitali sono diventati palcoscenici dove ognuno di noi fa il suo “spettacolo”. Fateci caso, per molti ormai siamo ciò che appare di noi. Più personaggi di un grande spettacolo che persone in cerca di relazioni e di confronto. © riproduzione riservata
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