domenica 21 settembre 2014
«L'animo umano per sua natura brama imparare e vedere; ma non è ragionevole biasimare quegli uomini che applicano tali inclinazioni a oggetti su cui non val la pena di soffermare né le orecchie né gli occhi, trascurando invece quelli che sono belli e utili?». Il centro di queste Avventure è, scusate l'ovvietà, lo spirito d'avventura, che significa apertura all'ignoto, al mistero, all'altro. Che non è caricaturale ricerca di usi e costumi tropicali. Non è indossare il copricapo piumato Sioux facendo la danza della pioggia guidati dal tour operator nella riserva indiana. L'esotismo è la percezione del differente, e l'emozione che ne deriva. Non la sottomissione acritica e pedissequa al diverso. Il grande scrittore romano Plutarco, autore delle Vite parallele, capolavoro in cui uomini del passato rivivono letteralmente come personaggi, è l'autore di queste righe necessarie: l'uomo è per natura curioso, e portato a vedere. Ma non può infatuarsi di Pippo appena giunge a Disneyland. Il saggio antico romano, che Plutarco esemplarmente incarna, è mosso da curiosità, vuole conoscere, apprendere, ma sapendo anche discernere, valutare. La tua identità è debole, ho già scritto qui, e ribadisco, se temi l'incontro con quella altrui. Ma certo non è forte se sei portato acriticamente a soggiacere.
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