Il bilancio è di quelli da guerra vera: in un solo anno decine di migliaia di imprese agricole e stalle avrebbero chiuso a causa dell'invasione di prodotti alimentari e materie prime agricole contraffatte. I falsi prodotti tipici italiani stanno assestando pesanti colpi all'agroalimentare nostrano. È ciò che affermano i coltivatori diretti che hanno deciso di tornare in strada in maniera clamorosa: il 4 dicembre prossimo presidieranno in 10mila il valico del Brennero. Obiettivo: controllare tutte le merci alimentari che arrivano in Italia per verificarne provenienza, destinazione e qualità. Nello stesso giorno, altre migliaia di produttori a Reggio Emilia scenderanno in strada per difendere il prosciutto italiano, uno dei simboli dell'agroalimentare bistrattato dalla concorrenza sleale e dalla burocrazia doganale ostile.Quella che Coldiretti ha definito "Battaglia di Natale per il Made in Italy", ha il sapore non solo di un grido d'allarme – l'ennesimo – ma soprattutto indica che per i produttori agricoli la misura è colma. E non può che essere così, visto che, a conti fatti, pare che il giro d'affari generato dai falsi prodotti alimentari italiani in circolazione per il mondo, valga circa 5 punti di Pil. Stando ai calcoli più recenti che sono stati svolti dai produttori, la contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari fanno perdere al vero Made in Italy oltre 70 miliardi di euro di fatturato, di cui circa 60 sul mercato internazionale. Quindi, tutti al Brennero. È attraverso questo valico, infatti, che – spiegano i coltivatori – giungono in Italia miliardi di litri di latte, cagliate e polveri, ma anche milioni di cosce di maiale per fare i prosciutti, conserve di pomodoro, succhi di frutta concentrati e altri prodotti che stanno provocando la chiusura delle stalle e delle aziende agricole con la perdita di migliaia di posti di lavoro. Ma ha anche un preciso significato la decisione di scendere in strada adesso. «Dalle scelte di acquisto di queste festività – insiste Coldiretti – dipendono migliaia diposti di lavoro e la sopravvivenza di moltissime imprese».Obiettivo sopravvivenza, quindi, ma pure tutela dei consumatori e scossone per le autorità non abbastanza decise. Nelle intenzioni dei coltivatori, infatti, al Brennero si andrà per «per aiutare a fare scelte di acquisto consapevoli e per sostenere il lavoro e le imprese italiane, ma anche per sollecitare le istituzioni verso l'obbligo di prevedere l'etichetta con l'origine degli alimenti».Il tutto avverrà come sempre guardando al futuro e, in particolare, ai giovani agricoltori che in qualche modo dovranno continuare l'attività di chi li ha preceduti. La manifestazione del 4 dicembre si carica così di ulteriori significati. A guidare i produttori con i loro trattori ci sarà il neopresidente della Coldiretti. E non sarà un semplice mostrare i muscoli visto che i coltivatori vogliono fermare e aprire fisicamente container, camion frigo e autocisterne in arrivo dall'estero.
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