domenica 14 novembre 2021
Capita di sbagliare gli orizzonti, o di non capire il contesto, come dicono quelli saputi. Vuol dire che pieghiamo i nostri gusti al pensiero comune, fino a considerare essenziale ciò che altrimenti per noi non lo sarebbe. Eppure la pandemia dovrebbe avercelo insegnato: più delle parole conta come le abitiamo e a volte per essere efficaci, mettersi a servizio non basta, occorre aggiungere un "quid" soltanto nostro, un di più di creatività. Gli artisti, alcuni almeno, in questo sono maestri. Per l'impossibilità di usare i teatri, un famoso pianista si è esibito nell'atrio di un carcere e il celebre scrittore, uno da milioni di copie a libro, durante l'isolamento metteva fuori dalla porta di casa una lavagna, su cui ogni giorno pubblicava una poesia. Il surplus essenziale, l'addobbo del talento, è la gratuità in cui, per parafrasare il grande russo, sta il buono della bellezza chiamata a salvare il mondo. Una "vocazione" che riguarda ciascuno di noi. Perché anche se non sappiamo scrivere frasi forbite o disegnare immagini sognanti, un'ideale lavagna spirituale ce l'abbiamo tutti. E a volte basta segnare il nostro nome e indirizzo per far svoltare una situazione difficile. Il di più, il quid, è mettersi a disposizione. È dimostrare che ci siamo.
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