La frequenza di un aggettivo e di quello che gli è associato
venerdì 9 giugno 2017
Un lettore di Avvenire per me molto speciale, parroco “emerito” in cammino verso la quarta età, mi chiede conto, mandandomi una email dal suo tablet, dell'uso frequente che sui media si fa dell'aggettivo “virale”. Ovvero, ciò “che si diffonde in modo rapido e capillare” (così il vocabolario Treccani illustra, dopo i significati medico e informatico, quello estensivo) per il fatto che, come l'influenza, non procede solo da uno a molti ma, specie grazie al digitale, da molti a molti. Al contrario dell'influenza e dei virus informatici non fa necessariamente danni, ma certamente, quando un fenomeno si merita quell'aggettivo, lo guardiamo con un filo di sospetto, perché non lo riusciamo a controllare.
La domanda del mio lettore speciale mi stuzzica: interrogo i fidi robot per scoprire chi e cosa, almeno negli ultimi giorni, la blogosfera religiosa ha descritto come “virale”. Virale, dice Giovanni Marcotullio sul suo blog Breviarium ( tinyurl.com/ybakly5r ), è stato il messaggio diffuso via social da Ariana Grande all'indomani della strage rivendicata dal Daesh a Manchester (le reazioni e i rilanci arrivano almeno a 2 milioni tra Twitter e Facebook). Virale, secondo Federico Guiglia su Formiche.net ( tinyurl.com/yas77jbd ) e altri, anche il video di 3 minuti che la compagnia telefonica araba Zain ha dedicato, all'inizio del Ramadan, a contrastare il terrorismo islamista (più di 6 milioni le visualizzazioni sul canale YouTube del gruppo Zain). Virale infine, spiega qui su Avvenire ( tinyurl.com/yarec43p ) Laura Silvia Battaglia che l'ha ideata, sta diventando la campagna #hosposatounmusulmano, volta a smentire, attraverso i social network, il luogo comune sul gramo destino che toccherebbe a tutte le donne europee che scelgono di sposare un fedele dell'islam.
In Rete tre punti non fanno certo una linea retta. Ma il fatto che gli ultimi tre casi “virali” censiti abbiano tutti a che fare con l'islam lascia intendere in quale misura gli utenti-lettori insistano sull'asse dell'incontro/scontro di civiltà.
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