«Esistono luoghi in cui il tempo si è fermato a quell’esatto istante e sembra non essere mai più ripartito. Tutto è rimasto lì, sospeso, come in una città morta millenni fa. Questa è una moderna Pompei di montagna, la fotografia sbiadita di un sogno distrutto e ingoiato dagli elementi della natura». Con questo pensiero, al netto di un po’ di retorica, il giornalista Pablo Trincia si avventura tra le macerie dell’Hotel Rigopiano dove il 18 gennaio 2017 morirono 29 persone sepolte da tonnellate di ghiaccio, neve e detriti. Inizia così la docuserie Sky Original E poi il silenzio - Il disastro di Rigopiano, distribuita in cinque episodi di cui i primi due sono andati in onda ieri, altri due sono in programma questa sera e l’ultimo domani alle 21,00 su SkyTg24, Sky Documentaries e Sky Crime, in streaming su Now e sempre disponibili on demand. La docuserie (prodotta da Sky Italia e SkyTg24 in collaborazione con Chora Media, ideata dallo stesso Trincia con Debora Campanella e Paolo Negro che firma anche la regia) ripercorre la tragedia della valanga che travolse il lussuoso albergo ai piedi del Gran Sasso in Abruzzo attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, dei parenti delle vittime e dei soccorritori per poi chiudere con la vicenda giudiziaria precisando che «questa non è una storia che racconta la natura nemica dell’uomo, bensì la storia di come l’uomo può diventare nemico di se stesso». Ed è proprio sul fronte dell’inchiesta giornalistica che la docuserie dimostra quanta «superficialità, ignoranza, arroganza e negligenza» siano alla base della tragedia a cui sono seguiti depistaggi e insabbiamenti. Ma è soprattutto nella parte documentaristica che il racconto si fa drammatico, a tratti persino angosciante. Le testimonianze a parole, a sguardi e a silenzi di chi è stato estratto vivo dalle macerie anche dopo sessanta ore lasciano senza fiato. Così come il lavoro incredibile dei Vigili del fuoco e degli altri soccorritori che hanno messo a repentaglio la propria vita per salvare quella di altri, ampiamente documentato dalle impressionanti immagini dei soccorsi, che restituiscono il complesso e drammatico contesto in cui furono salvate undici persone. A queste immagini, la docuserie aggiunge quelle girate dagli ospiti stessi dell’hotel, immortalati nei momenti di normalità poco prima che la valanga travolgesse la struttura e che a sua volta viene documentata attraverso una ricostruzione con disegni animati realizzati con l’intelligenza artificiale. Un lavoro con un linguaggio giornalistico innovativo e coinvolgente proposto a ridosso dell’udienza fissata per il 27 novembre davanti alla Corte Suprema di Roma per discutere del ricorso sulla sentenza di secondo grado che ha portato a 8 parziali condanne, ma anche a 22 assoluzioni aumentando il dolore dei parenti delle vittime.
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