La creatività di Pekiel riletta dai Sixteen
venerdì 25 luglio 2014
Bartlomiej Pekiel (1633-1670) è passato alla storia per essere diventato il primo compositore non italiano nominato Maestro della Cappella Reale di Polonia. Grazie anche alla presenza di illustri artisti come Marenzio, Anerio e Merula, nelle principali istituzioni musicali del Paese, il "Made in Italy" esercitava un'influenza determinante, al punto che tra Varsavia e Cracovia nel XVII secolo erano impiegati oltre cento musicisti provenienti dalla nostra penisola.Sotto la guida di Eamonn Dougan, delle 29 opere di Pekiel a oggi sopravvissute il gruppo The Sixteen ha scelto una quindicina tra mottetti e pagine estratte da lavori liturgici (come la Missa à 14 e la Missa concertata "La Lombardesca") che brillano per varietà e fantasia creativa. Passare da un brano all'altro del disco significa infatti cambiare di continuo registri spazio-temporali e stilistico-formali: dall'antico idioma polifonico di scuola palestriniana (Ave Maria) alla "moderna" pratica concertata d'impronta monteverdiana (Dulcis amor Jesu) fino alle atmosfere quasi melodrammatiche del "sacro dialogo" alla Carissimi (Audite mortales).Il tutto legato dal sigillo interpretativo unitario apposto dall'ensemble vocale inglese dei Sixteen che, come affermano i loro più convinti sostenitori, riuscirebbero a trasformare in pura arte anche la semplice lettura dell'elenco telefonico.The Sixteen / E. DouganPekielMesse e MottettiCoro. Euro 17,00
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