Dalla reggia al pollaio potrebbe essere la chiave di lettura, da un punto di vista televisivo, della rumorosa intervista di Oprah Winfrey a Harry e Meghan, figlio e nuora di Carlo d'Inghilterra e della compianta Lady Diana. Il racconto del rovesciamento della fiaba, con il passaggio dal lusso della regalità alla sobria vita pseudo-campestre, è stato costruito in modo tale da portare comunque allo stesso classico finale: «E vissero felici e contenti!». La reggia ovviamente è Buckingham Palace con tutto quello che consegue. Il pollaio è l'ambientazione scelta per il giorno dopo l'intervista, quando Oprah Winfrey (che tra l'altro abita lì vicino) è tornata nella residenza californiana dei giovani duchi di Sussex per girare altre immagini e montare lo speciale Cbs presents Oprah with Meghan and Harry, venduto dalla casa di produzione della Winfrey stessa alla rete americana per 6 milioni di euro, mandato in onda domenica scorsa e poi rivenduto in tutto il mondo. Tra gli acquirenti anche Sky, che lo ha trasmesso in Italia sul proprio canale in chiaro, Tv8, martedì in prima serata (1 milione e 200 mila telespettatori) con replica ieri. Cosa poi sia arrivato nelle tasche degli ex giovani reali fuggiti dalla corte britannica non è dato sapere, mentre Oprah Winfrey, definita guarda caso la "Regina di tutti i media", si conferma donna-azienda di grande potere. In quanto all'intervista, al di là dei contenuti di cui abbiamo ampiamente letto e sentito in questi giorni, è interessante notare che è stata costruita come racconto di una storia d'amore (lo ammette nel finale anche l'intervistatrice): l'inizio con la sola Meghan, l'arrivo di Harry in un secondo momento, il prendersi per mano, i discorsi sui figli, l'uso di più telecamere, un sapiente montaggio con le rammentate immagini del giorno dopo, un pizzico di animalismo (le galline salvate da Meghan da un allevamento intensivo e i cani più volte rammentati da Harry), che insieme a un interesse smodato per la monarchia inglese possono portare a un successo televisivo planetario.