Lo sgomento, la bellezza, l’assurdo e il buio sul mondo dello sport. Abbiamo scritto spesso, su queste pagine, di come lo sport non sia un mondo ideale, ma realissimo con le sue delizie e storture, vizi e virtù. C’è un modo positivo, esemplare, di essere sportivi e ce n’è un altro dal quale è bene tenersi molto lontani. Nell’ultimo weekend, nel giro di poche ore, queste contraddizioni le abbiamo percepite tutte. Lo sgomento è stato quello di vedere un ragazzo di ventidue anni crollare e perdere i sensi durante una partita di calcio. A Edoardo Bove, ragazzo pieno di vita, di talento e di intelligenza, studente-atleta esemplare, che è stato – non a caso – anche il capitano della Nazionale Under 20, auguriamo di rimettersi presto e dimenticare questa brutta domenica che ha fatto tornare alla memoria momenti drammatici che tutti vorremmo rimuovere dalla storia dello sport. Lo sgomento ha, tuttavia, condotto verso la bellezza di un calcio che, per una volta, si è riscoperto comunità. Lo stringersi intorno a Edoardo di tutti i suoi colleghi e di tutta la governance del calcio riconcilia con un mondo troppo spesso diviso cinicamente in base a interessi che, rispetto al senso di comunità, sono un ossimoro. L’assurdo dello sport, invece, lo stiamo vedendo, in formato light, nelle varie assemblee delle federazioni sportive nazionali, dove continuano a essere rieletti presidenti seduti sulla stessa poltrona da cinque, sei, sette mandati (per capirci, dai venti ai ventotto anni), e in formato extralarge con lo sconcertante esito elettorale della Federazione internazionale di scherma che ha rieletto al suo vertice l'imprenditore milionario russo-uzbeko Alisher Usmanov, oligarca molto vicino a Putin, che si era dimesso dall'incarico in seguito allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Usmanov ha ottenuto il sostegno di 120 dei 146 Paesi membri, tra cui quello dell’Italia: il presidente Paolo Azzi avrebbe motivato il voto della nostra Federscherma come l’unica possibilità per non finire isolati nello scacchiere della scherma mondiale. Curioso che sul neo-presidente (anche per lui si tratta del quarto mandato) gravino ancora sanzioni e divieto di viaggiare in molti Paesi, fra i quali la Svizzera dove hanno i propri headquarters sia il Comitato olimpico che la stessa Federazione scherma internazionale: misteri della geopolitica sportiva. Sembrano, infine, non essere misteri quelli che aleggiano intorno alla tristissima vicenda delle atlete della ginnastica ritmica che hanno denunciato abusi. Se quanto emerge dalle intercettazioni sarà confermato, saremmo di fronte a uno spaventoso buio non solo sullo sport ma anche sulla giustizia sportiva che sembra, in ogni caso, essere arrivata al punto di una non più rinviabile e profonda riforma. Nel frattempo, al netto dell’insofferenza dimostrata da più parti, il 1° gennaio scatterà il progetto safeguarding per Asd e Ssd, con l’obbligo di nomina di un o una responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni di razza, di genere e di ogni altro tipo. Ci auguriamo che sia un provvedimento non solo “accettato” ma piuttosto percepito da tutte le parti in causa come un ulteriore passo in avanti, proprio per illuminare enormi zone d’ombra che lo sport italiano non può davvero accettare.
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