Ormai per vendere i propri prodotti a prezzi competitivi gli agricoltori sono costretti a fare di tutto. Anche proporre frutta e verdura a domicilio. Non è uno scherzo, ma una trovata di marketing interessante - che potrebbe fare strada a patto che sia adeguatamente sostenuta - e che la dice lunga sulla situazione in cui sono le imprese agricole dello Stivale, ma che deve anche essere vista dal suo lato positivo.
L'idea di vendere direttamente a casa del consumatore i prodotti della terra è nata in una delle province più agricole d'Italia - quella di Ragusa in Sicilia - ed è stata rilanciata a livello nazionale dalla Coldiretti. Tutto si basa sull'offerta di una gamma di prodotti per soddisfare totalmente il fabbisogno giornaliero familiare: dall'ortofrutta al formaggio, dall'olio al miele, dalle verdure alla carne. Il meccanismo è semplice. Chi compra richiede l'assortimento giornaliero di frutta e verdura che vuole e che gli verrà recapitato a casa. Il risultato è una riduzione dei costi (anche in termini di tempo) da parte di chi acquista e un forte accorciamento in termini di catena del valore per chi vende. È così che una cassetta piccola di ortaggi può contenere mezzo chilo di pomodoro ciliegino, mezzo chilo di pomodoro a grappolo rosso, mezzo chilo di pomodoro verde, un chilo di zucchine, due melanzane e due peperoni ed essere venduta a 5 euro, il 50% in meno rispetto ai normali prezzi al dettaglio. Il passo successivo, adesso, sembra sia la costituzione di un Consorzio di Produttori che gestirà questa nuova filiera commerciale. Serviranno probabilmente anche idonei locali da utilizzare come punto fisso di distribuzione dei generi alimentari. È naturale, poi, che ampliandosi il raggio d'azione di un meccanismo di questo genere, i problemi di organizzazione, approvvigionamento, distribuzione e gestione dei pagamenti saranno più consistenti. L'idea delle vendite a domicilio «porta a porta» di alimentari freschi, tuttavia, sembra questa volta aver preso davvero un buon avvio.
È il segno, d'altra parte, di un mercato alimentare che sta ancora cambiando e che, se da un lato vede nei grandi centri commerciali delle vere e proprie corazzate della distribuzione, dall'altro non disdegna, e anzi cerca, dei semplici salvagenti per avere la certezza di acquistare bene. La voglia di conoscere i cibi consumati, la necessità di stabilire uno stretto rapporto di fiducia negli acquisti alimentari e di contenere la moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola ha in effetti - stando alle rilevazioni Coldiretti - favorito nei Paesi industrializzati l'aumento del 10% circa degli acquisti diretti dal produttore. Mentre, sulla base dell'ultima indagine Agri 2000, è possibile affermare che il 60% dei consumatori prevede di aumentare i propri acquisti nelle aziende agricole dopo che nel corso del 2005 sette consumatori su dieci hanno fatto almeno una volta acquisti direttamente dagli imprenditori agricoli giudicando conveniente la scelta nell'87% dei casi.
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