Aogni nuova riforma della scuola introdotta da un nuovo governo, si rafforza l'impressione scoraggiante che vuote formule e schemi burocratici siano escogitati per evitare la sostanza dei problemi educativi. È questa una tendenza così ricorrente da poter sembrare perfino comprensibile. Se si pensa soltanto all'organizzazione gerarchica, al reclutamento degli insegnanti, alla ristrutturazione dei programmi di studio, è perchè affrontare il tema dell'educazione richiederebbe capacità e impegno intellettuale che nei politici riformatori sembrano assenti. Devono sempre fare in fretta, mentre studiare e capire che cosa una società vuole e deve fare delle sue nuove generazioni, richiede tempo, attenzione, idee e convinzioni vere. Per concepire una riforma educativa, prima che scolastica, bisogna aver elaborato un'idea di cultura, cioè di quale uso di sé gli esseri umani hanno più bisogno. Nei principi pedagogici del passato era sempre contenuto un ideale di società (una politica) e di civiltà (come e perchè vivere). Oggi nessuno osa più pensare a questo, nè immaginare una società diversa e migliore: si arriva tutt'al più al tentativo di far funzionare in modo più efficiente la società cosi com'è. Un compito da tecnici. Sul come e perché vivere si chiudono completamente gli occhi: da tali questioni i politici riformatori sono terrorizzati. Che cos'è il lavoro? Che cos'è la libertà? Come tenere insieme corpo e mente, immaginazione e coraggio, desideri, progetti e realizzazioni? Come tenere vivo il senso del passato insieme al senso del presente? Quale il valore della solitudine e quello della collaborazione? L'arrivo di ogni nuova riforma del sistema formativo rivela uno spaventoso vuoto di pensiero. Rivela soprattutto una viltà culturale che si trasmette inevitabilmente a tutta la vita scolastica, agli insegnanti e agli studenti. In questa disperante situazione, le edizioni dell'Asino pubblicano una tascabile raccolta di scritti del pedagogo inglese Robert Baden-Powell ( 1857-1941), inventore dello scautismo. Non è una stravaganza. Tutti dovrebbero leggerlo, soprattutto coloro che non vorrebbero. Capirebbero infatti che se l'Italia è un paese in declino è perchè non sa che farsene dei suoi giovani.
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