In virtù dell'azione miracolosa di San Gregorio «l'Illuminatore», nel 301 d. C. il re armeno Tiridate III si convertì al Cristianesimo e ricevette il battesimo insieme con i membri della sua corte; da questo seme germogliò la grande storia di un popolo che nella religione seppe trovare la sua vera identità e dalla fede attingere la forza necessaria per fronteggiare un destino dai risvolti spesso tragici. Nel corso dei secoli, la minoranza etnica armena è stata infatti a lungo vittima di persecuzioni proprio a causa delle sue profonde radici cristiane, in un crescendo di eventi drammaticamente culminato, sotto la spinta del governo dei Giovani Turchi, nelle deportazioni e nel genocidio di massa (il «Grande Male») che, durante la Prima guerra mondiale, è costato la vita a oltre un milione di persone.
Con impresso il sigillo vivo della memoria, il compact disc intitolato Noël arménien (pubblicato dall'etichetta francese Ad Vitam e distribuito da Ducale) attinge a un millenario repertorio di brani destinati ad accompagnare le liturgie del Natale e del Battesimo di Gesù, tradizionalmente celebrate dagli armeni il 6 gennaio, durante la Festa della Teofania. Alla sola voce, calda e potente, del reverendo Goussan Aljanian - da oltre vent'anni cantante solista e guida musicale della Cattedrale di San Giacomo, nel Patriarcato armeno di Gerusalemme - sono qui affidate le antiche testimonianze di un patrimonio artistico e spirituale che si distingue per un'estrema varietà di forme e contenuti: si tratta di brani monodici, che seguono da vicino lo sviluppo di diversi stilemi e che sono strutturati secondo complessi modelli ritmici.
Inni, arie, odi, «tesori» e canti per la «Divina liturgia», in origine probabilmente derivati da melodie popolari, vengono intonati in onore della Vergine (come il breve e ipnotico Magnificat), ma anche per accompagnare i riti per la Notte della Vigilia, la Nascita di Gesù e la benedizione dell'Acqua Santa. Musiche quasi scolpite nella pietra dal timbro incisivo di Goussan Aljanian, che cantando la venuta del Salvatore celebra insieme la straordinaria storia di fedeltà al Signore del popolo armeno: «le tragedie della sua vita e la gloria della sua rinascita dopo ogni evento avverso» (Giovanni Paolo II).
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