Il personaggio stava diventando interessante. Nel senso che l'attore era passato avanti al professore. Ma poi si scopre che il suo fare severo, da piccolo duce, riflette più di quanto non si pensi anche il suo pensiero nella realtà. Parliamo di Paolo Bosisio, sessantottenne milanese, già insegnante di materie letterarie, ma anche autore, regista e docente di teatro, ora “preside” nel reality di Rai 2 Il collegio in onda il martedì in prima serata. Bosisio in passato avrebbe espresso giudizi non proprio tolleranti nei confronti di persone di colore e rom, rivendicando di non essere una persona allineata, di dire cose scomode, ma di non essere un razzista. Sarà? Nel dubbio, limitiamoci al personaggio, che in quanto tale conferma che il meglio del reality di Rai 2 lo si riscontra proprio nella parte più falsa. Se prendiamo Il collegio come una fiction, tutto diventa accettabile. Se invece dobbiamo valutarlo per come si annuncia, cioè un reality, allora stenta. E non tanto per colpa dei ragazzi, quanto proprio per i professori-attori. I primi, nonostante siano abbastanza smaliziati nel convivere con le telecamere, mantengono comunque una dose di naturalezza e di imprevedibilità (ad esempio la reazione al taglio dei capelli sembra tutte le volte autentica), mentre i secondi rischiano la macchietta. Anche quest'anno, alla terza edizione, diciotto ragazzi (nove maschi e nove femmine tra i 13 e i 17 anni) sono stati catapultati indietro nel tempo in un severissimo convitto. Nel gioco finzione-realtà (voce narrante Giancarlo Magalli) dovranno conseguire la licenza media del 1968, un anno in cui, come dice il finto preside, «il mondo è in subbuglio, sono in corso manifestazioni, occupazioni, circolano idee che mirano a minare alla base il concetto di scuola, di famiglia e di autorità, ma qui non si contesta, si studia e si obbedisce». In questo senso Il collegio può essere interessante come spaccato su un mondo degli adolescenti in cui i verbi studiare e obbedire trovano scarso credito. Se prendiamo per buona la prova d'ingresso, quasi nessuno di loro sa cosa sia la Costituzione o sia capace di dare una definizione di famiglia. Ma non solo: nessuno di loro legge un quotidiano o guarda un tg.
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