
Ben Sira propone numerosi insegnamenti sulla felicità, alcuni dei quali riflettono la saggezza pratica di un uomo d’esperienza. Come questa lista di dieci beatitudini apparentemente disparate, di certo ben differenti dalle otto beatitudini di Gesù: «Nove situazioni ritengo felici nel mio cuore, la decima la dirò con parole: un uomo allietato dai figli, chi vede da vivo la caduta dei suoi nemici; felice chi vive con una moglie assennata, chi non ara con il bue e l’asino insieme, chi non ha peccato con la sua lingua, chi non ha servito a uno indegno di lui; felice chi ha trovato la prudenza, chi parla a gente che lo ascolta; quanto è grande chi ha trovato la sapienza, ma nessuno supera chi teme il Signore!» (Sir 25,7-10).
Si comprende bene questo gradiente di felicità più o meno anodine che culmina nel timore del Signore. Ma se si capisce bene quale felicità ci sia nell’avere una moglie giudiziosa o un capo rispettabile, si fatica ad afferrare la felicità che c’è nel non arare aggiogando un bue e un asino insieme! È vero che il Deuteronomio vietava questa pratica (22,10), probabilmente per non infliggere alle povere bestie un lavoro troppo scomodo a causa delle loro conformazioni e dimensioni diverse. Beato chi nel presepe saprà riunire questi animali disparati, non sotto un giogo doloroso ma nella medesima contemplazione del Salvatore!
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