Uno dei detti di Gesù che compaiono nella letteratura neotestamentaria ma non nel Vangelo è il seguente: "C'è più gioia nel dare che nel ricevere". E a volte il "dare" è semplicemente un lasciar spazio all'altro perché eserciti l'arte del regalo, della donazione e dell'altruismo. Lo ha capito molto bene lo statunitense Kent Haruf nel suo Benedizione (NN), facente parte della cosiddetta "trilogia di Holt", dal nome dell'immaginaria cittadina in cui ha ambientato i suoi romanzi, dal quale riportiamo il dialogo tra personaggi: «Sei proprio carina, disse Berta May. E ora sii gentile con loro. Come lo sei stata quando ti hanno portato fuori a pranzo. Lo sai perché?». «No». «Perché sono sole. Vogliono fare qualcosa con qualcuno di più giovane […]». «Ma nonna, non mi servono dei vestiti nuovi». «Sì, ma per loro è importante regalarteli. Pensa a loro. Hanno bisogno di un motivo per stare con te e hanno trovato questo. E a te fa bene riceverli». «Hai sempre detto che è meglio dare che ricevere». «In questo momento le stai aiutando a dare. E in questo modo stai dando anche tu». Una bella lezione di vita, questa: a volte il nostro «dare» è semplicemente un «ricevere»: attenzione, cura, premura. Farsi voler bene, essere amabili, è un compito che chiama tutta l'esistenza. Un impegno che può durare anni.
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