È curioso pensare come i sentimenti di cui crediamo di sapere tutto, sono quelli che conosciamo di meno. L’amore, per esempio. Lo respiriamo, lo cerchiamo, lo percepiamo in tante cose, e i più fortunati riescono a tenerselo stretto a lungo. Peccato che non riusciamo sempre a comprenderlo. A volte ti passa accanto, nascosto in situazioni e persone che non vedi, eppure è bello e inaspettato come un colpo di vento. Accorgersene, come ha scritto qualcuno, è come riconoscere un uovo sodo in una confezione da dodici di uova fresche. O sei bravo a guardare attraverso il guscio, o quello di cui hai bisogno è una gran fortuna. Ricordo che quando chiesi a Umberto Galimberti, filosofo e psicanalista di grande fama, cosa fosse secondo lui, mi rispose che l’amore è tutto ciò che aumenta, che allarga e arricchisce la nostra vita, verso tutte le altezze e le profondità. L’amore, mi disse, non è un pericolo in sé, come non lo sono le automobili o le armi: problematici invece sono solo i conducenti, i pistoleri. E gli amanti avariati.
Il segreto allora forse è tutto lì: bisognerebbe innamorarsi il giusto, sempre e di continuo. Tornare bambini anche in questo, riprendersi quel tempo. Perché l’innamoramento dilata i giorni. Dovremmo riuscire a innamorarci almeno una volta ogni anno, per esempio: anche solo di un’idea, di una cosa, o della medesima persona. Ci sembrerebbe di vivere in eterno.
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