Il mondo digitale cresce e corre veloce, ma in una maniera diversa da come, a volte, immaginiamo. Ce lo dicono i rapporti "Digital in" e "Digital book", appena pubblicati.
Nell'ultimo anno gli utenti Internet nel mondo sono cresciuti del 10% (pari a 354 milioni di persone) e gli iscritti ai social network sono aumentati del 21% (482 milioni in più). La metà del Pianeta è connessa a Internet. E il 43% della popolazione usa un telefonino per navigare, chattare o andare sui social (soprattutto Facebook). Nel mondo ci sono 3 miliardi 448 milioni di contratti di cellulari. Mediamente ogni abitante della terra possiede 1,68 numeri di telefonino (solo nell'ultimo anno sono state aperte oltre 222 milioni di nuove utenze). E in Italia? Il 52% degli italiani ha un account social e spende mediamente 2 ore al giorno soprattutto su Facebook.
Di curiosità e dati, questi rapporti sono pieni. Leggendoli in profondità si scopre anche l'altra faccia del Pianeta: quella che non accede al mondo digitale. L'altro 50%.
I motivi della loro esclusione sembrano essere soprattutto due. Il primo è che alcuni Paesi hanno un evidente problema di libertà (i regimi non hanno mai amato Internet e la libertà che porta la Rete) e in questo senso non stupisce scoprire che solo l'0,06% degli abitanti della Corea del Nord può connettersi a Internet.
Il secondo motivo è economico. Molti Paesi sono tagliati fuori dal mondo digitale perché non se lo possono permettere. Se si analizza la crescita digitale dell'Africa, in apparenza le cose vanno tutto sommato bene: nell'ultimo anno gli utenti di internet sono cresciuti globalmente del 4%, quelli dei social del 32% e le utenze telefoniche dell'1%. Ma entrando nel dettaglio si scopre un continente a due velocità. Paesi come Nigeria, Senegal e Zimbabwe sono nel mondo digitale con rispettivamente il 51%, il 46% e il 42% degli abitanti connessi. Ma in fondo alla classifica ci sono tantissime nazioni povere, la cui popolazione non solo è connessa alla rete con percentuali minime, ma lo fa soprattutto con cellulari vecchi, quelli – per capirci – che noi usavamo prima dell'avvento degli smartphone. Apparecchi inadatti, quindi, ad utilizzare molte piattaforme e servizi attuali. Per esempio, in Eritrea solo l'1% della popolazione accede a Internet. E non sono messi meglio in Ciad (3%), Congo (4%), Burundi, Repubblica Centrafricana e Guinea Bissau (5%), Sierra Leone e Madagascar (6%), Togo (7%), Somalia (8%), Malawi e Mozambico (9%).
Cambiando continenti, il Pakistan è a quota 18% e la Papua Nuova Guinea al 12% della popolazione che si connette a Internet.
A ricordarci che essere connessi alla Rete è una vera fonte di ricchezza, c'è una tabella di questi rapporti che evidenzia come ai primi posti della classifica mondiale di accesso a Internet non ci sono i Paesi cosiddetti occidentali ma Qatar, Emirati Arabi e Corea del Sud, con rispettivamente il 99% degli abitanti connessi per i due Paesi arabi e l'83% dei coreani.
Così, mentre l'Asia e il Medio Oriente segnano le crescite digitali più alte del mondo (+15%), l'Europa mostra qualche segno di stanchezza con un +3% di accessi alla rete e un meno 0,1% di utenze di cellulari. Come se noi fossimo "sazi" del mondo digitale. Peccato che il 50% del mondo non solo non lo è, ma non può nemmeno accedervi, perdendo migliaia di opportunità. Forse dovremmo ricordarcene più spesso.
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