L'Aids su History, tra luci e ombre
sabato 4 dicembre 2021
Ripensare agli anni dell'Aids alla luce dell'attuale pandemia fa capire che all'epoca eravamo messi peggio di ora, nel senso che all'inizio degli anni Ottanta, quando negli ospedali arrivarono pazienti con sintomi gravi non riconducibili a patologie conosciute, fu impossibile evitare la morte di tanti. Anche il Covid, purtroppo, semina morte, ma almeno si sa con che virus abbiamo a che fare e come combatterlo. Ma allora, dalla scoperta dell'infezione alle terapie salva-vita, passarono anni. E quel che è peggio, in molti casi, la preannunciata morte fisica fu preceduta dalla consapevolezza di una morte sociale fatta di emarginazione e pregiudizio. Quello che è successo in Italia nella lotta all'Hiv lo ha raccontato History Channel, l'1 e il 2 dicembre alle 21, con il documentario di Luca Bedini Aids - La nostra battaglia, che ha raccolto le testimonianze, anche forti, dei malati di allora, che pur contraendo il virus nel periodo peggiore, quando la ricerca brancolava nel buio, sono riusciti a sopravvivere. Accanto a loro l'altrettanto drammatica testimonianza dei giovani medici che quarant'anni fa videro i reparti di malattie infettive riempirsi di altri giovani come loro. Nel documentario ci sono qua e là anche accuse alla Chiesa, in particolare a chi allora parlò addirittura di «castigo di Dio». Ma c'è anche spazio per don Daniele Simonazzi, che oltre a smontare quelle teorie racconta come tanti sacerdoti sono stati e sono vicino ai malati di Aids. Il documentario si chiude con un sorriso di tutti gli intervistati: un segno di speranza voluto dal regista, che comunque non nega che il cammino per combattere malattia e pregiudizi sia ancora lungo. Per di più anche il Covid ha messo in ombra l'Aids, ma nel mondo, soprattutto nei Paesi poveri, i sieropositivi sono milioni.
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