Nella collana di accordi internazionali in materia di pensioni spicca l'assenza di una convenzione previdenziale tra Italia ed Israele. L'Inps è al centro di diverse iniziative per stipulare nuove convenzioni con altri Paesi, interessati all'assistenza e alla previdenza dei rispettivi lavoratori. Da tempo sono in cantiere accordi con l'Albania, il Cile, il Marocco, l'India, per citare.
È in lista anche Israele, che presenta tuttavia caratteristiche uniche nell'attuale panorama previdenziale. In realtà un accordo parziale tra l'Inps e Bituach Leumi, l'istituto di assistenza israeliano, è in vigore sin dal 1989 (legge 309), ma si limita a regolare la competenza dei due enti nei confronti dei lavoratori temporaneamente distaccati all'estero. In base a questo accordo, i lavoratori distaccati sono esentati dalle assicurazioni del luogo e restano totalmente soggetti alla legge del Paese di provenienza per un periodo di 36 mesi, prorogabile al massimo per altri 12. Il dinamismo dell'economia israeliana ed i crescenti rapporti commerciali con l'Italia " come testimonia la missione imprenditoriale in programma il mese prossimo a Tel Aviv " premono per una completa tutela previdenziale dei lavoratori dei due Paesi, specialmente degli italiani occupati in Israele. Senza contare che in terra israeliana opera anche il giovane istituto di previdenza dell'Autorità palestinese. Ma gli accordi previdenziali hanno un costo e non è ancora in dubbio l'onere che ricadrebbe sulle casse dell'Inps (cumulo dei contributi ecc.).
Sulla scena fa ora capolino anche una coda della nostra storia. Fra gli italiani residenti in Israele vi sono molti profughi della Libia, che, tramite il Comites Israele (Comitato degli italiani all'estero), lamentano di essere stati dimenticati nelle ultime misure di risarcimento concordate dal Governo italiano con la Libia. Per gli italiani cacciati da Gheddafi nel 1970 e rientrati in fretta in Italia, si stabilì con la legge 166/91 di ricostruire gratis (quella volta a intero carico dello Stato) tutti i loro contributi versati all'Inas, l'istituto di previdenza libico, esattamente dal 1957 al 1970, un periodo di 13 anni e 20 giorni. Risarcimento utile ai lavoratori dipendenti ed autonomi, tanto per ottenere la pensione in Italia quanto per aumentare la misura dell'assegno già liquidato. Gli italiani profughi in Israele, e i relativi familiari superstiti, hanno quindi interesse a riaprire la vicenda. Una nuova convenzione consentirebbe a tutti gli interessati di sommare i contributi versati, per conseguire il diritto alla pensione in Italia o in Israele.
Quattordicesima. Con la rata di pensione in pagamento da domani, anche i pensionati dell'Inps residenti all'estero possono riscuotere la quattordicesima mensilità, alle stesse condizioni e con lo stesso importo stabiliti per i pensionati in Italia. Ad altri 14mila l'Inps chiederà invece una verifica dei redditi prima di predisporre il pagamento.
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