La recente legge 98 dell'8 luglio scorso introduce nell'ordinamento italiano un nuovo accordo previdenziale dell'Italia con lo Stato di Israele. Sarà operativo, presumibilmente, entro il 2015 dopo la prevista ratifica della convenzione in ciascuno dei due Stati.Il nuovo trattato sostituirà il parziale accordo, siglato con la legge 309 del 1989 e tuttora in corso, tra l'Inps e Bituach Leumi, l'istituto di assistenza israeliano, che regola la competenza dei due enti nei confronti dei lavoratori temporaneamente distaccati all'estero. Finora, i distaccati sono stati esentati dalle assicurazioni del luogo, restando totalmente soggetti alla legge del Paese di provenienza per un periodo di 36 mesi e prorogabile al massimo per altri 12.L'intesa con Israele opera invece a più ampio raggio ed estende le classiche garanzie della previdenza per la vecchiaia e l'invalidità a tutti i lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai collaboratori (ed anche ai relativi familiari ed eventuali superstiti) che versano, o che hanno versato, contributi assicurativi nei due Stati. Diversamente da altre convenzioni internazionali, l'accordo con Israele non si estende all'assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali. I diversi aspetti previdenziali saranno meglio regolati attraverso un prossimo accordo amministrativo fra le due parti e dalla prevedibile circolare dell'Inps che ne farà seguito.Fondo rabbini. Il clero italiano non è ufficialmente considerato dal nuovo accordo. Manca in Israele un'assicurazione speciale per i ministri di culto, qualcosa di simile ad un "Fondo rabbini", che consenta di trattare in maniera omogenea i versamenti pensionistici versati in Italia al Fondo Clero e viceversa. Tuttavia, nel testo dell'accordo, alcuni spiragli sembrano riferirsi a questa opportunità. Una disposizione generale prevede che possano essere concordate alcune eccezioni nell'interesse di "persone o categorie di persone". Gli stessi sacerdoti italiani sono invece soggetti alla convenzione, nei diritti e nei doveri, qualora rivestano formalmente una delle qualifiche lavorative beneficiarie. Libici. Fra i residenti in Israele si calcolano numerosi ex italo libici (circa 80 mila persone) che in passato furono espulsi da Gheddafi e che scelsero di non rientrare in Italia. Grazie ad una legge del 1991 i rimpatriati in Italia ottennero un risarcimento per la perdita dei contributi versati all'istituto di previdenza libico. Per gli ex italo libici ora in Israele e per i relativi familiari si apre la strada per riconsiderare i vecchi versamenti e conseguire il diritto ad una pensione in Italia o in Israele.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: