Torna alla ribalta la vicenda della casa di riposo «Ferriere e fonderie Dongo» (Como), presso la quale l'Inps, circa due anni fa, scoprì alcune suore «in nero» addette all'assistenza degli anziani ospitati. Una evasione contributiva come tante, se non fosse per l'abito religioso delle infermiere, che ne fa un caso emblematico per tutte le strutture di assistenza coadiuvate da congregazioni religiose.
I due anni trascorsi fino ad oggi sono esattamente il tempo che l'Inps ed il Ministero del lavoro hanno impiegato per rispondere ad un'interrogazione parlamentare sul caso, presentata in quei giorni (n. 4-00536, sen. Eufemi). In particolare, l'ente di previdenza ribadisce ancora oggi la sua posizione iniziale, aggiungendo anche il rigetto del ricorso avanzato nel frattempo dalla casa di Dongo contro un addebito di oltre 70 mila euro.
Inps o Inpdap? L'esito dell'interrogazione parlamentare fornisce però lo spunto per inquadrare questa ed altre analoghe vicende in un'ottica diversa. La soddisfazione dell'Inps per aver pescato le suore dipendenti in nero non ha, infatti, alcun fondamento. Una svista, non di poco conto, nella quale sono caduti gli ispettori della previdenza a suo tempo inviati sul posto, ma, ancora prima, gli uffici di amministrazione della casa di riposo.
Infatti, in base al suo statuto, la struttura di Dongo ha le caratteristiche di ente pubblico locale ed è, a tutt'oggi, iscritto all'Inpdap (ex Cpdel). Gli obblighi assicurativi per il personale sono pertanto quelli in vigore presso questo Istituto: tra l'altro, i dipendenti assicurati sono tutti quelli che hanno il «posto fisso», cioè inquadrati nei ruoli organici, dai quali è escluso il personale temporaneo. Ma a partire dal 1991, per effetto della legge n. 274, queste regole sono cambiate: la legge impone di assicurare all'Inpdap non solo i dipendenti di ruolo ma anche il personale fuori ruolo (art. 4: «dipendenti a qualunque titolo assunti, anche se adibiti a servizi di carattere eccezionale o straordinario ed anche se l'assunzione sia a tempo determinato o a titolo di supplenza o per attività non istituzionali»).
Le suore di Dongo, «assunte» a tempo determinato, sono pertanto assicurabili soltanto all'Inpdap. Spetta solo a questo ente il compito di verificare le eventuali irregolarità previdenziali della casa di riposo, sempre ammesso che si possa ravvisare un rapporto di lavoro subordinato per le attività svolte dalle suore.
L'Inps ha dunque commesso una plateale invasione nel campo dell'Inpdap, che si è ripetuta ad ogni passaggio burocratico compiuto dalla pratica nei diversi uffici dell'ente.
Nel frattempo, la casa di riposo ha iniziato a pagare i contributi ritenuti omessi. Questi versamenti, anche se effettuati spontaneamente, sono indebiti, non esistendo alcun obbligo previdenziale verso l'Inps, e dunque rimborsabili, a richiesta della casa di riposo, per il loro intero ammontare.
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