Innovare crea più opportunità
sabato 25 maggio 2013
Fare l'agricoltore sembra essere sempre più bello. Certo, sarà la crisi a spingere verso i campi, ma probabilmente c'è anche dell'altro. Il dato è già noto, ma a fare notizia è il fatto che, ancora negli ultimi tempi, l'occupazione in agricoltura sia ulteriormente cresciuta.Questo, almeno, si deduce leggendo i numeri snocciolati nel corso dell'Assemblea annuale dei giovani della Coldiretti che indicano come in un momento in cui sembrano prevalere i disoccupati e gli sfiduciati, le assunzioni nelle aziende agricole siano cresciute del +3,6% rispetto allo scorso anno, anche – dicono i coltivatori – «per la grande spinta all'innovazione generata dalle imprese condotte da giovani».Che l'agricoltura piaccia, d'altra parte, potrebbero anche indicarlo i numeri della crescita delle iscrizioni alle scuole agrarie. Oppure, ancora, il fatto che in Italia siano ormai quasi 59mila le imprese agricole condotte da giovani sotto i 30 anni iscritte alla Camere di commercio, dove rappresentano oltre il 7% del totale, sempre secondo la Coldiretti. Si tratta di imprese che per il 70% non sono solamente agricole in senso stretto, ma, come si dice tecnicamente, si sono dedicate alla "multifunzionalità" cioè praticano l'agriturismo, diventano fattorie didattiche, vendono direttamente dei prodotti tipici, trasformano autonomamente latte, vino e olio, si dedicano alla produzione di pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici.Attraverso questo insieme multiforme di attività, queste aziende riescono a produrre milioni di giro d'affari, mantengono vivo il territorio, rappresentano un ostacolo al degrado ambientale.Unire bilanci in utile e passione, d'altra parte, non è facile, anche se il 56% dei giovani agricoltori dice di fare questo mestiere solamente per il secondo motivo. Ed è anche vero che le aziende giovani e "multifunzionali" rappresentano un nuovo modello di intendere lo sviluppo. È imporrante, tuttavia, chiedersi sempre quanto ancora tutto questo sia per davvero agricoltura e quanto sia altro. Così come è necessario tenere conto che il comparto deve comunque poter contare su aziende agricole a tutto tondo, che producano per i mercati della trasformazione oppure che riescano a dare vita - unendosi - a flussi di merce in grado di trovare i mercati migliori nazionali ed esteri.Perché il futuro dell'agricoltura passa da una parte dalla diversificazione produttiva e dalla "multifunzionalità", ma dall'altra deve poter contare su basi solide anche dal punto di vista della produzione alimentare.
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