Nell'ultima puntata, qui su “Avvenire”, della rubrica “Vite digitali” ( tinyurl.com/ya36jhbp ), che considero complementare a questa mia tanto quanto lo è, per altri versi, “Lupus in pagina”, ho trovato e del tutto condiviso le considerazioni di Gigio Rancilio a partire da «La fede dei giovani e i loro influencer sui social network», l'ampia indagine commissionata da Aleteia e presentata all'Università Gregoriana il 22 ottobre scorso. Ma chi ci sarà, mi sono chiesto, dietro papa Francesco, Paulo Coelho e il Dalai Lama nella classifica dei maggiori influencer dei giovani digitali interessati alla religione? E soprattutto: ci sarò anch'io? Divorato dalla presunzione, ho contattato i colleghi che supponevo disponessero dei dati completi ottenendone risposte evasive… finché uno non mi ha messo di fronte alla dura realtà: in quella classifica proprio non sono presente. Per farmene una ragione, mi sono messo a scorrere gli ultimi post che ho letto nella blogosfera ecclesiale, pensando a quali vorrei che influenzassero qualche giovane (nel senso di interessarlo a Gesù e ai suoi follower, che sarebbero poi i cristiani), e ne ho trovati ben due. In uno il protagonista, che è Luigi Accattoli e si racconta in prima persona ( tinyurl.com/y8y6mq6m ), descrive un suo pellegrinaggio, «a nome di tutti» quanti frequentano il blog, sul luogo della morte di Desirée Mariottini, riportando le parole gementi e piangenti con le quali si è rivolto a Gesù, a Maria e alla stessa Desirée: «Figlia». Nell'altro il protagonista, che è Marco Lorusso ma si racconta, su “Vino Nuovo” ( tinyurl.com/y8s5kkkm ), in terza persona, narra i ripetuti incontri di un «uomo a piedi», che si rivela un samaritano, con un «uomo in bici», un immigrato con molte richieste e, forse, altrettanti bisogni, che il primo prova a soddisfare. Anche se non siamo giovani, lasciamoci influenzare da testimonianze come queste.
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