Di fronte alla poliedrica figura di Johann Mattheson (1681-1764), i manuali di storia della musica si soffermano prevalentemente sulla sua attività di critico e di teorico, molto spesso limitando quella di compositore alle polemiche intercorse con il sommo Bach o al controverso rapporto con il collega Händel (di cui fu dapprima amico e poi acerrimo rivale, al punto di sfidarlo persino a duello). In effetti la carriera professionale di Mattheson si giocò su molteplici piani: egli si dedicò con successo alle traduzioni dalle lingue straniere, ricoprì importanti incarichi diplomatici, diresse l'Opera di Amburgo e arrivò a pubblicare Critica Musica " la prima gazzetta musicale tedesca " e Il perfetto maestro di cappella, una sorta di enciclopedia della pratica musicale coeva in Germania.
Ancora oggi il Mattheson compositore rimane così quasi totalmente adombrato dal Mattheson "altro", e questo è dovuto anche al fatto che per molto tempo si è erroneamente pensato che la raccolta completa delle sue opere fosse andata perduta durante la Seconda guerra mondiale. A parziale riscatto di questo generale oblio, nel 1998, insieme con diversi e importanti lavori di carattere sacro e profano, è ritornato alla luce il manoscritto del suo ultimo oratorio, Der Liebreiche und Geduldige David (L'amorevole e paziente David), recentemente approdato in sala di registrazione grazie alle formazioni corali e orchestrali della Kölner Akademie dirette da Michael Alexander Willens (cd pubblicato da Cpo e distribuito da Sound and Music).
Il soggetto è ricavato dai capitoli centrali del Secondo libro di Samuele e narra le vicende della congiura di Assalonne contro suo padre (il re Davide), la fuga del sovrano, la grande battaglia e la morte del figlio ribelle. Episodi in cui il musicista tedesco si abbandona a una resa altamente teatrale dei sentimenti espressi dal testo, toccando vertici di assoluta ispirazione nel lamento di Davide per la tragica scomparsa di Assalonne: una splendida aria (affidata al basso sul solo accompagnamento del liuto) in cui si concentra l'intero universo artistico di Mattheson, che riesce qui a raggiungere la sintesi ideale tra la lucidità analitica delle sue teorie e l'efficacia drammaturgica del suo stile compositivo.
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