È stato un ottimo 2018 quello del vino italiano negli Usa. Un risultato importante, soprattutto pensando ai venti di crisi e di guerre commerciali che hanno caratterizzato lo scorso anno. A fornire i numeri più aggiornati è stato il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, con una serie di statistiche che sono state poi analizzate dall'Ice, l'Agenzia per la promozione all'estero e l'interazionalizzazione delle imprese italiane. E si tratta di ottimi numeri. A conti fatti, per le esportazioni italiane il 2018 è stato un anno che gli esperti definiscono "decisamente positivo" per tutti gli indicatori: aumento in valore del 6,8% (il più alto degli ultimi cinque anni), incremento delle quantità dello 1,2%, rafforzamento della quota di mercato, che sale al 32% rispetto al 31,4% del 2017, e crescita dei prezzi medi che raggiungono 5,9 dollari al litro, contro i 5,6 dollari al litro dell'anno precedente (+5,4%). In valori assoluti le vendite di vini italiani oltre oceano hanno superato quota 1,9 miliardi di dollari e i 3,4 milioni di ettolitri. Guardando oltre il dato generale, poi, pare che sia stati i vini bianchi ad essere "la componente più importante delle nostre vendite negli Usa (oltre un terzo del totale)", ma bene sono andati lo scoro anno anchei vini rossi e soprattutto gli spumanti e i vini frizzanti che rappresentano oltre il 22% del nostro export verso gli Stati Uniti, con circa 440 milioni di dollari. Per quanto riguarda i vini rossi, poi, l'Italia è il primo fornitore del mercato nordamericano con una quota di mercato del 32,5% (in crescita rispetto al 31,6% del 2017), tallonata però dalla Francia con il 30,7%.
Proprio la gara con i nostri cugini francesi caratterizza comunque sempre la situazione del mercato statunitense. In termini generali, ha spiegato l'Ice in una nota rilanciata dall'agenzia specializzata winenews.it, «la Francia è il primo fornitore in valore (grazie in particolare al recente boom dei vini rosati), con crescita sia dei valori (+12,7%) che delle quantità (6,5%)». E non basta, perché buone prestazioni sono state ottenute anche da Nuova Zelanda (in terza posizione) e dalla Spagna; mentre in gran crisi sono concorrenti come Australia, Argentina, Cile e Germania. Lo scorso febbraio è iniziato da Los Angeles il tour promozionale americano che l'Ice, assieme a Via-Vinitaly International Agency, organizza per il vino italiano. La prossima tappa sarà a giugno, a New York.
Testa a testa, dunque, fra Italia e Francia. Ma rimane comunque il dato di fondo: quello degli Stati Uniti è uno dei nostri principali mercati, ma occorre combattere per tenere le posizioni. Oltrepassare quota due miliardi di dollari di etichette vendute oltre Atlantico nel 2019, potrebbe essere un ottimo risultato. Ed è tutto sommato a portata di mano.
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