IL VECCHIO E IL BAMBINO
L'infanzia non ha tempo. Man mano che gli anni passano, bisogna conservarla e conquistarla nonostante l'età. Sul lungolago di Bellagio, ove sono in vacanza, vedo un nonno che gioca col suo nipotino. Sono in attesa, e quindi ho tutto il tempo di osservare a lungo il loro godimento: non so se è più il vecchio a divertirsi o il bambino. Certo è che entrambi sono uniti da uno stato interiore che travalica quello anagrafico: essi, infatti, vivono nel loro animo tutta la freschezza dell'infanzia. Ha, quindi, ragione il filosofo francese Emmanuel Mounier (1905-1950) a proporci la considerazione che sopra ho citato. Non per nulla il simbolo
più luminoso per rappresentare la fede pura è proprio quello del bimbo in braccio a sua madre: «Sono tranquillo e sereno
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato
è l'anima mia» (Salmo 131, 2). Ecco, allora, la proposta netta di Cristo: «Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Matteo 18, 3). Purtroppo noi facciamo di tutto per perdere fiducia e freschezza, purezza e mitezza, lasciandoci conquistare dai miti della forza e della furbizia, del possesso e del piacere. Abbiamo perso il gusto della libertà, del gioco autentico, della gratuità, dell'abbandono sereno. Ed è per questo che siamo, sì, cresciuti in autorità e considerazione ma abbiamo perso la pace, la quiete della coscienza, la santità. Il pensiero corre a s. Teresa di Lisieux che scelse come emblema Gesù bambino non per vezzo sentimentale ma per lo splendore divino che irraggia dalla beatitudine dei puri di cuore.
più luminoso per rappresentare la fede pura è proprio quello del bimbo in braccio a sua madre: «Sono tranquillo e sereno
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato
è l'anima mia» (Salmo 131, 2). Ecco, allora, la proposta netta di Cristo: «Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Matteo 18, 3). Purtroppo noi facciamo di tutto per perdere fiducia e freschezza, purezza e mitezza, lasciandoci conquistare dai miti della forza e della furbizia, del possesso e del piacere. Abbiamo perso il gusto della libertà, del gioco autentico, della gratuità, dell'abbandono sereno. Ed è per questo che siamo, sì, cresciuti in autorità e considerazione ma abbiamo perso la pace, la quiete della coscienza, la santità. Il pensiero corre a s. Teresa di Lisieux che scelse come emblema Gesù bambino non per vezzo sentimentale ma per lo splendore divino che irraggia dalla beatitudine dei puri di cuore.
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