Il Vangelo unisce culture e popoli oltre tutti i confini
domenica 16 marzo 2025
Non c’è confine che possa fermare l’amore del Dio di Gesù Cristo, non c’è cultura che non possa accogliere il suo messaggio. È un messaggio attuale e profetico quello che oggi ci arriva dal Nordest, dalla Chiesa di Aquileia e da due dei suoi più importanti testimoni: Ilario e Taziano. Un messaggio che ci ricorda la capacità del Vangelo di tenere insieme popoli e culture apparentemente molto diverse tra loro. Nel Martirologio geronimiano il nome di Ilario corrisponde a quello del secondo vescovo di Aquileia, associato, come si usava al tempo, al “suo” diacono, Taziano. Secondo la tradizione i due esponenti della comunità cristiana di Aquileia subirono il martirio nella seconda metà del terzo secolo anche se la data non è sicura. Ciò che è certo è il segno profondo lasciato dai due martiri ad Aquileia, dove già nel IV secolo si trovava un “martyrium” a loro dedicato. Nel 586 per timore dei Longobardi, il patriarca Paolo si rifugiò a Grado, portandovi i corpi dei santi martiri, fra cui quello di Ilario e Taziano. A Gorizia già all’inizio del XIII secolo era loro dedicata una chiesa, che, dopo la soppressione della diocesi patriarcale di Aquileia e l’erezione dell’arcidiocesi di Gorizia è diventata la Cattedrale. I due santi martiri sono anche i patroni della città di Gorizia. Altri santi. Sant’Eusebia, badessa (VII sec.); san Giovanni de Brebeuf, martire (1593-1649). Letture. Romano. Gen 15,5-12.17-18; Sal 26; Fil 3,17–4,1; Lc 9,28-36. Ambrosiano. Dt 6,4a;11,18-28; Sal 18 (19); Gal 6,1-10; Gv 4,5-42. Bizantino. Eb 1,10-2,3; Mc 2,1-12. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata
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