A maggio scorso diceva- mo che senza Massimo Bernardini Tv Talk (il sabato alle 15,00 su Rai 3) sarebbe stato sicuramente un’altra cosa. Ricordavamo infatti che il magazine di analisi dei fenomeni televisivi e dei programmi della settimana era cresciuto con lui che lo aveva condotto per 23 anni. Dapprima sull’allora Sat 2000, da un’idea di Paolo Taggi, con il titolo Il grande talk e poi, dopo un periodo di collaborazione con Rai Educational, emigrato definitivamente in Rai nel 2005 con il nuovo titolo Tv Talk, mentre Il grande talk continuava su Tv2000 con Alessandro Zaccuri. Passando dal sabato mattina al sabato pomeriggio e dalla conduzione in solitaria a quella condivisa con Cinzia Bancone, Silvia Motta e Sebastiano Pucciarelli, Bernardini ha raccolto ascolti sempre superiori al milione di telespettatori. Con la nuova conduzione di Mia Ceran, continuando noi a «dare i numeri» (che è proprio una specialità di Tv Talk con la Motta «signora degli ascolti» alla quale chiediamo pertanto venia), il programma avrebbe registrato al debutto, il 28 settembre, 817 mila telespettatori, scesi a 696 mila in occasione della seconda puntata il 5 ottobre. Eppure, il debutto di Mia Ceran va considerato positivo. Innanzitutto per una buona presenza scenica. Lei a differenza di Bernardini si muove all’interno dello studio e lo fa con una certa disinvoltura. Sempre che questo non abbia diminuito quell’idea di scientificità e di approfondimento che Bernardini garantiva con i suoi appunti e il suo leggio. Insomma lui agli occhi dei telespettatori poteva apparire più studioso di tv che conduttore, lei il contrario. E forse è anche la verità. Bene comunque hanno fatto gli autori a garantire una continuità non solo confermando il trio Bancone, Motta, Pucciarelli, ma anche dando loro più spazio. Pucciarelli ha guadagnato la prima posizione del tavolo a tre (forse solo per alternanza con la conduttrice donna). Confermato anche Nicholas Vitaliano alla guida dei giovani analisti, anche se lui va ormai considerato critico televisivo a tutti gli effetti, pronto a passare dall’altra parte della barricata com’era successo a suo tempo ad Amabile Stifano, che adesso figura tra gli autori assieme a Furio Andreotti, Dario Tajetta, gli stessi Ceran, Pucciarelli e Bancone e la regista Giulia Sodi. Non ha invece portato al momento particolare contributo la presenza di due rappresentanti del pubblico di fasce d’età più avanzata. In quanto al ventilato rischio di una ulteriore virata di Tv Talk verso il rotocalco di spettacolo più che di critica televisiva, diciamo che l’aspetto più leggero continua a prevalere in diversi momenti, se vogliamo anche piacevoli, ma senz’altro a svantaggio di un’analisi più approfondita che comunque, in altri momenti, viene garantita da giornalisti o da storici della tv come Giorgio Simonelli.
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